Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 23 giugno 2020
“In Mozambico la corsa al gas, sta aggravando la crisi climatica e avvantaggia solo le multinazionali e le élite corrotte. È una situazione che deve finire”. È la dichiarazione forte e senza appello quella di Anabela Lemos, direttrice di Amici della Terra (AdT) Mozambico e fondatrice di JA! Justiça Ambiental.
Con il report “Dall’eldorado del gas al caos”, in una quarantina di pagine, le ong ambientaliste, denunciano la Francia, per le sue politiche in Mozambico. Il rapporto, pubblicato il 15 giugno, rivela il sostegno del governo francese alle aziende coinvolte nell’industria del gas, a Cabo Delgado, nord del Mozambico. La Francia si è mossa come garante con BNP Paribas, Société Générale, Crédit Agricole e Natixis affinché concedessero prestiti agli operatori del gas della regione.
La politica della Francia smentisce le parole di Macron
Eppure nel gennaio scorso il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva rilasciato dichiarazioni pubbliche opposte a quella che è la politica francese in Mozambico. “Collettivamente avremo difficoltà a spiegare ai paesi poveri che stanno scoprendo i depositi di gas come dovremo fare a meno di questi idrocarburi. Ad esempio il Mozambico ha scoperto di avere formidabili depositi nelle sue acque territoriali” – aveva dichiarato, prima della Convention Citoyenne pour le Climat. “Dovremo trovare compensi nell’economia internazionale per aiutarli a uscirne e renderli meno dipendenti dagli idrocarburi”.
Il supporto francese è diventato una garanzia all’esportazione di oltre 528mln di euro per il progetto Coral South FLNG, nel Bacino del Rovuma, nel 2017. Nel 2019 la francese Total è subentrata all’americana Anadarko e, con l’ingresso di banche francesi in altri due progetti sul gas mozambicano, arriverebbero ulteriori cambiamenti. Secondo l’indagine di AdT, per la Francia potrebbe esserci la concessione di altre garanzie di esportazione.
Bomba a orologeria climatica
L’indagine di AdT dice che la Francia, in Mozambico, sta finanziando una bomba climatica a orologeria. Il Mozambico è un paese estremamente fragile oggi a causa del Covid-19 e di due fronti di terrorismo armato: dissidenti RENAMO e jihadisti a Cabo Delgado. Ma sta ancora curando le profonde ferite dei cicloni Idai e Kenneth dello scorso anno. I due eventi meteorologici anomali, causati dai cambiamenti climatici, hanno distrutto il centro del Paese toccando anche Cabo Delgado.
Le aree di estrazione di gas naturale (GNL-LNG) del fondale marino del Bacino del Rovuma di competenza francese sono tre. Secondo lo studio, l’estrazione emetterà gas serra equivalenti a sette anni delle emissioni della Francia e a 49 anni delle emissioni del Mozambico.
Pericolo per l’arcipelago delle Quirimbas
A soli 8 km dall’Area 1 si trova l’arcipelago delle Quirimbas, patrimonio Unesco, che è in pericolo a causa delle perforazioni. Sonde e cannoni ad aria compressa utilizzati nelle perforazioni offshore colpiscono l’udito di mammiferi marini, pesci e altre forme di vita marina. Questi strumenti causano lesioni e uccidono la fauna marina e costringeranno megattere, balene boreali, delfini e altri animali a lasciare l’area. Un ulteriore pericolo per flora e fauna marina è poi il rischio di perdite di GNL. Potrebbero causare incendi o esplosioni a temperature da 1300 a 1600°C, impossibili da controllare.
In Mozambico esiste circa il 60 per cento delle rimanenti mangrovie dell’Africa orientale importanti piante e riserve di biodiversità. Il Parco Nazionale delle Quirimbas e i suoi dintorni ospitano balene, delfini, tartarughe, uccelli marini e vari pesci tropicali. E le megattere partoriscono nella regione e vengono avvistate regolarmente nella baia di Palma. Tutto questo potrebbe scomparire.
Sandro Pintus
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@sand_pin
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