AFRICA

Covid aumenta e cavallette continuano a divorare il Corno, a rischio anche Africa occidentale

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 5 giugno 2020

“La situazione attuale rimane estremamente allarmante nell’Africa orientale. Kenya, Etiopia e Somalia continuano ad affrontare una minaccia senza precedenti per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza”. Così l’Agenzia ONU per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha definito la piaga della locusta del deserto (Schistocerca gregaria) nel Corno d’Africa.

Mappa con la proiezione della migrazione delle cavallette nei mesi giugno-luglio2020 (Courtesy FAO)

Dopo il Corno a rischio anche l’Africa occidentale

Secondo le proiezioni e i dati delle Nazioni Unite a metà giugno inizierà la formazione di nuovi sciami in coincidenza con l’inizio del raccolto. Significa che le fatiche degli agricoltori verranno annullate e le scorte di cibo divorate in pochi giorni dai famelici ortotteri. La migrazione delle locuste del deserto è previsto che si spinga verso i Paesi dell’Africa occidentale. Sebbene in Africa dell’Ovest la situazione sia attualmente calma, tutto potrebbe mutare con il cambiamento della situazione meteorologica, più instabile a causa dei cambiamenti climatici.

Le previsioni FAO, aggiornate al 4 giugno, dicono che le cavallette favorite delle precipitazioni e i venti potrebbero attraversare Sudan, Sud Sudan, Ciad e Niger. Lo spostamento avverrebbe lungo un corridoio tra il 14° e il 16° parallelo sotto il Tropico del Cancro. L’arrivo degli insaziabili sciami, in Mali e Mauritania, con precipitazioni e venti favorevoli, è previsto tra fine giugno e seconda metà luglio. Qui con la riproduzione estiva continuerebbero ad aumentare le orde di locuste che, nelle aree africane colpite, hanno superato i 200 miliardi di individui.

Donne e bambine in pericolo per fame e violenza

Secondo International Rescue Commitee (IRC), è prevista una perdita del 50-70 per cento nel raccolto e del 20-30 per cento nel migliore dei casi. Ciò potrebbe portare a un esaurimento dei pascoli, costringendo i pastori a migrare a distanze maggiori del normale. I raccolti nazionali al di sotto della media fanno aumentare i prezzi dei generi alimentari e peggiorano la già grave situazione della sicurezza alimentare. In questa situazione le donne e le bambine rappresentano la fascia più debole della popolazione. Situazioni con famiglie che vivono di pastorizia con gli uomini lontani da casa per il bestiame favoriscono l’aumento delle violenze e dei furti provenienti dall’esterno.

Se le locuste dovessero arrivare fino in Mauritania sarebbero a rischio le riserve di cibo di una ventina di milioni di persone. Da Sudan e Somalia è in aumento la consistenza degli sciami che si dirigono anche verso est. Ci sarebbe una notevole crescita del numero di cavallette giunte in Iran e al confine indo-pakistano.

Invasione di cavallette (Courtesy IRC)

Il Corno d’Africa, dal giugno 2019 si trova di fronte alla peggior invasione di locuste degli ultimi 70 anni. Secondo IRC dal giugno scorso la popolazione degli ortotteri è aumentata di 8mila volte rispetto allo sciame originale. In tutto il Corno e nell’Africa orientale, decine di migliaia di ettari di terreni coltivati e pascoli sono già stati danneggiati.

I dati Covid sono reali?

Anche il Covid-19, nel momento in cui scriviamo, nel continente africano continua il suo inesorabile corso: 169.880 casi confermati e 4.486 morti. Secondo i dati WHO-OMS il Paese maggiormente colpito continua ad essere il Sudafrica: 40.792 casi e 848 decessi. Seguono l’Egitto con 29.767 e 1.126 morti; Algeria con 9.831 casi e 681 morti e Nigeria con 11.516 casi e 323 decessi.

Nell’area attualmente invasa delle locuste la nazione più colpita dal Coronavirus è il Kenya che conta 2.340 casi confermati e 78 morti. In Etiopia si contano 1.636 malati e 18 decessi; in Sudan 5.714 casi e 333 morti; in Sud Sudan 1.317 degenti e 14 morti.

Questi numeri sono i dati ufficiali e alcune fonti mediche dubitano che siano reali in Paesi dove la sanità pubblica è praticamente inesistente e difficilmente viene rispettata la distanza personale. Soprattutto nelle metropoli africane.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
@sand_pin

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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