Il questi giorni abbiamo publicato numerosi articoli sulle “curiose” relazioni tra Italia e Qatar.
Relazioni che hanno giocato un ruolo essenziale nella liberazione di Silvia Romano
per la quale il Paese mediorientale ha pagato una sorta di riscatto
circa tre milioni di dollari. Insomma un bakshish, una mancia.
Proseguiremo con la nostra lunga inchiesta finché la verità non verrà a galla.
Antonio Mazzeo
3 giugno 2020
Solo un ufficio di rappresentanza delle forze armate del Qatar per potenziare le relazioni con il complesso militare-industriale italiano? O anche una centrale d’intelligence per accelerare la penetrazione nello scenario geostrategico mediterraneo e dell’Africa sub-sahariana e sancire la leadership dell’emirato nel fronte islamico-radicale e combattente? Due anni fa, in un villino della via Salaria a Roma, il sovrano del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani ha insediato una propria roccaforte per “monitorare” i progressi in campo bellico degli apparati militari italiani e Nato e le nuove tecnologie sviluppate dalle industrie d’armi pubbliche e private.
Agli agenti qatarini sarebbe stato assegnato però anche un ampio ventaglio di operazioni top secret in nome della “lotta al terrorismo internazionale”. E ciò nonostante gli analisti indipendenti e i servizi di numerosi paesi stranieri nutrano pesanti sospetti che il Qatar non sia del tutto estraneo dall’alimentare ideologicamente, finanziare e armare più di una fazione jihadista.
Di una cosa siamo certi: se si volessero approfondire le spericolate connection tessute dalle petromonarchie in Italia e nel Mediterraneo o se si cercassero ulteriori news sulle trame Roma-Ankara-Doha-Mogadiscio nella liberazione della cooperante Silvia Romano, un meeting con gli ospiti della villa romana potrebbe rivelarsi opportuno.
In rete è possibile recuperare le foto scattate alla festa d’inaugurazione dell’ufficio-bunker, l’11 maggio 2018. Invece delle pose e dei rituali riservati agli eventi politico-militari di questo genere, i partecipanti sono stati immortalati mentre al ricevimento si ingozzano di canapè, frutta tropicale e pasticcini. Immagini che fanno a pugni con il ruolo istituzionale degli ospiti d’onore, ma sin dalla notte dei tempi, si sa, il riposo dei guerrieri è fatto di lauti banchetti e ludiche socialità. La lista VIP all’open-party dell’Ufficio difesa del Qatar in Italia?
Ovviamente l’ambasciatore dell’emirato Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki Al Jehani e il Capo di Stato maggiore delle forze armate qatarine, generale Ghanim Bin Shaheen Al Ghanim. E gli ambasciatori in Italia di due importanti Stati partner nel Golfo: Sheikh Ali Khaled Al Jaber Al Sabah (Kuwait) e Ahmed Salem Mohammed Baomar (Oman).
A rappresentare l’Italia gli uomini ai vertici delle forze armate e dell’Arma dei carabinieri: l’allora Capo di Stato maggiore della Difesa, gen. Claudio Graziano; i Capi di Stato maggiore dell’Esercito, gen. Salvatore Farina; della Marina militare, ammiraglio Valter Girardelli (ora in pensione); dell’Aeronautica, gen. Enzo Vecciarelli (oggi a capo dello Stato maggiore della Difesa); il Comandante Interforze per le operazioni delle Forze Speciali – COMFOTER, gen. Nicola Zanelli; il Sottocapo di Stato maggiore dei Carabinieri, gen. Gaetano Angelo Antonio Maruccia. All’evento in pole position pure il decano degli Addetti militari esteri in Italia, il generale Shech Aues Maò’mahad, portavoce Difesa dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Somalia.
“Questa cerimonia sottolinea la crescente amicizia dei nostri Paesi e dà ancora più slancio al già eccezionale livello di cooperazione nel campo della Difesa”, dichiarava il gen. Claudio Graziano subito dopo il taglio del nastro della centrale d’intelligence dell’Emirato. “In qualità di Capo di Stato Maggiore sottolineo che la cooperazione con il Qatar è una priorità per la difesa italiana e, per questo motivo, le nostre forze armate stanno promuovendo lo sviluppo di una più ampia intesa”.
“La cooperazione tra Roma e Doha ha raggiunto settori strategici come quelli energetici e militari e i nostri scambi commerciali hanno toccato i 3 miliardi di euro l’anno”, riferiva l’ambasciatore qatarino. “L’apertura dell’Ufficio difesa dello Stato del Qatar in Italia è volto a rafforzare i rapporti tra i nostri due paesi in tutti i settori di interesse comune, in particolare in quello della difesa e dell’antiterrorismo”, le parole del generale Hilal Ai Almuhannadi, addetto alla sicurezza dell’ambasciata. “Quello di Roma è il terzo in Europa e segue in ordine temporale i già attivi uffici di Francia e Gran Bretagna. Abbiamo inoltre un quarto Ufficio difesa a Washington e altri nuclei in alcuni paesi africani e asiatici…”.
L’apertura del centro d’intelligence militare è giunta dopo numerosi vertici, meeting operativi, visite ufficiali ed esercitazioni belliche tra Italia e Qatar. A metà aprile 2018, l’allora Capo di Stato maggiore Claudio Graziano si era recato nell’Emirato per incontrare l’omologo-collega generale Ghanim Bin Shaeen Al Ghanim e visitare il National Security Shield, il Centro delle forze armate preposto al monitoraggio e al controllo delle acque territoriali e dei confini terrestri del Qatar. “Al centro della missione la situazione geostrategica in Medio Oriente e i possibili ambiti futuri di collaborazione tecnica-militare tra le Forze Armate italiane e quelle qatariote”, specificava la nota emessa dal Ministero della Difesa.
“Al termine della visita, il generale Graziano ha sottolineato che Italia e Qatar stanno incrementando la cooperazione nel settore della sicurezza, specialmente in questo momento attuale di profonda instabilità, in cui dobbiamo affrontare crisi complesse, multidisciplinari e globali che necessariamente devono coinvolgere tutti gli attori della comunità internazionale”.
Nei mesi precedenti era stata l’allora ministra della Difesa Roberta Pinotti (Pd) a recarsi due volte in Qatar. Durante la prima missione, il 18 ottobre 2017, la ministra aveva incontrato il vice Emiro, Sheikh Abdullah bin Hamad Al Thani, il Primo ministro Sheikh Abdullah bin Nasser Al Thani e il ministro della Difesa Khalid bin Mohammad Al Attiyah. “L’obiettivo della visita è stato quella di condividere con la leadership del Qatar comuni propositi in termini di sicurezza nella Regione mediorientale”, riferiva il governo italiano. Il 14 marzo 2018, prima di lasciare il dicastero per la debacle elettorale del centrosinistra, Roberta Pinotti tornava a Doha per incontrare ancora il ministro per gli Affari della Difesa dell’emirato.
“Con il Qatar stiamo costruendo un dialogo sempre più importante che ci consente di rafforzare e consolidare la cooperazione bilaterale militare”, spiegava l’esponente politica Pd. Roberta Pinotti si recava inoltre in visita alla Defence International Maritime Exhibition and Conference (Dimdex 2018), la kermesse sui sistemi d’arma avanzati organizzata in Qatar ogni due anni. “A Dimdex partecipano numerose imprese italiane che presentano il meglio della nostra industria e tecnologia per la difesa”, la nota dell’ufficio stampa della Difesa.
“I due Ministri Pinotti e Al Attiyah hanno poi presenziato alla firma del contratto tra il governo qatarino e Leonardo – presente l’amministratore delegato Alessandro Profumo – per l’acquisto di 28 elicotteri NH90. Un accordo di grandissima importanza, che dimostra come i rapporti di grande amicizia tra Qatar e Italia adesso sono diventati rapporti di fiducia profonda, ha commentato la titolare del Dicastero”.
Ultima tappa della missione della Pinotti in Qatar, la conferenza stampa e l’immancabile cocktail party a bordo della fregata multi missione (Fremm) della Marina militare italiana “Carlo Margottini”, in rada a Doha per Dimdex 2018. Ad accogliere sull’unità da guerra la ministra, le autorità politiche e militari qatarine e i giornalisti internazionali, il Capo di Stato maggiore della Marina Valter Girardelli e l’ambasciatore Pasquale Salzano. “La solidità delle relazioni tra Italia e Qatar è ulteriormente confermata dal Memorandum of Understanding per la cooperazione nel settore navale siglato il 16 giugno 2016 dai Ministri Pinotti e Khalid bin Muhammad Al Attiyah e dall’accordo sottoscritto con il gruppo Fincantieri per la consegna di sette unità navali e l’addestramento della Marina dell’Emirato”, aggiungeva il ministero della Difesa.
Il partenariato politico-militare italo-qatarino si è strutturato a partire del 2002 ed è stato formalizzato con l’Accordo di cooperazione bilaterale firmato a Doha nel 2010 e ratificato dal Parlamento italiano – con voto bipartisan – il 29 settembre 2011, subito dopo i bombardamenti in Libia della coalizione internazionale a guida Usa-Nato, presente anche il Qatar.
L’Accordo prevede l’organizzazione di attività d’addestramento ed esercitazioni congiunte, la partecipazione ad “operazioni umanitarie e di peacekeeping” e lo “scambio” di una lunga lista di sistemi bellici: armi automatiche e di medio e grosso calibro, bombe, mine, missili, siluri, carri armati, aerei, elicotteri, esplosivi e propellenti, sistemi fotografici ed elettronici, satelliti, sistemi di comunicazione ed attrezzature digitali, ecc..
A cadenza annuale gli Stati Maggiori dei due Paesi sottoscrivono poi i Piani di Cooperazione in particolari settori tecnico-operativi, come ad esempio “l’addestramento congiunto dei paracadutisti dell’esercito, dei piloti dell’aviazione qatariota e la formazione dei Carabinieri per costituire in Qatar una forza di polizia a status militare per attività di ordine pubblico, protezione VIP e antiterrorismo”.
I due governi del premier Giuseppe Conte hanno contribuito anch’essi a consolidare l’asse strategico Roma-Doha. Lo stesso Conte si è recato in Qatar il 3 aprile 2019 per incontrare l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani e partecipare all’inaugurazione della nuova sede dell’ambasciata italiana. “All’evento era presente anche una rappresentanza di imprenditori italiani e del contingente militare stanziato in Qatar”, riportano le cronache. Pochi giorni dopo, il 16 aprile, era il ministro degli Esteri del Qatar, lo Sceicco Mohammed al Thani, ad essere ricevuto a Roma dal Presidente del Consiglio e dall’allora ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi “per discutere i recenti sviluppi libici”.
Un altro vertice si era tenuto ancora una volta in Italia il 18 ottobre 2018 tra l’allora ministra della Difesa Elisabetta Trenta e il vice Primo ministro e ministro della Difesa Khalid bin Mohammed Al Attiyah. “Un incontro cordiale che ha confermato i già eccellenti rapporti esistenti tra Italia e Qatar, durante il quale è stata sottoscritta l’intesa tecnica per la formazione di personale militare qatariano”, la nota della Difesa. “Al Ministro Al Attyah – in Italia per la preparazione della visita di Stato dell’Emiro Tamim Bin Hamad Al Thani, che si terrà il 27-28 novembre – la titolare del Dicastero ha confermato la disponibilità ad effettuare ulteriori corsi di istruzione e formazione all’interno delle Accademie militari italiane e corsi specialistici in altri Istituti e centri. All’incontro – il primo tra i due Ministri – hanno preso parte anche l’allora Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, e il Segretario Generale della Difesa/Direzione Nazionale degli Armamenti, generale Nicolò Falsaperna”.
Ancora Elisabetta Trenta visitava il Qatar il 27 marzo 2019 per rincontrare il ministro Al Attiyah e il Comandante della Marina qatariota, Abdullah bin Hassan Al Sulaiti. “Diversi i temi al centro del colloquio: rafforzamento del dialogo per la stabilità regionale, relazioni industriali, cooperazione bilaterale nei settori della formazione e dell’addestramento”, riporta la Difesa. “La Ministra ha pure visitato il Centro di simulazione e addestramento navale dell’Emirato”.
Una missione di tre giorni quella effettuata invece a fine ottobre 2019 dal sottosegretario alla Difesa on. Angelo Tofalo (M5S), ingegnere-progettista di opere strategiche nel settore telecomunicazioni e video-sorveglianza con un Master in Intelligence e Sicurezza alla Link Campus University di Roma. “Sono a Doha, in Qatar, dove ho aperto i lavori del workshop Italian Cyberprotection of the Defense Sector and of Critical Infrastructure”, annotava Tofalo sul suo profilo social.
“Accompagnato dall’Ambasciatore d’Italia Pasquale Salzano, ho partecipato alla Quatar Information Technology Conference & Exibition (QUITCOM) 2019. In questa occasione ho avuto modo di incontrare autorità locali di spicco nel panorama della cybersecurity tra cui il Consigliere per la Sicurezza Nazionale in primis, il responsabile del Signal Technology & Information Corps del Ministero della Difesa ed il Sottosegretario e il Ministro per i Trasporti e le Comunicazioni.
Nel corso della giornata ho altresì avuto modo di visitare il Padiglione Italia allestito all’interno di QUITCOM, con 12 startup e 2 incubatori. All’esito di questa intensa collaborazione tra panorama pubblico e privato si è inteso, poi, organizzare proprio qui il seminario Italian Cyberprotection of the Defense Sector che ho avuto l’onore di aprire insieme al dott. Carmine America, Consigliere del Ministro degli Affari Esteri e il Prof. Roberto Baldoni, vicedirettore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) con delega alla cyber security. Hanno preso parte al workshop Trenitalia, Terna, Intesa-San Paolo, STMicroelectronics, Leonardo, Fincantieri, CY4 Gate (Elettronica Group), Telsy, il CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica)”.
Il 31 ottobre 2019, il sottosegretario s’incontrava con il Capo di Stato maggiore qatarino, generale Ghanim Al Ghanim. “Nella base di Al Udeid, ho poi incontrato e salutato i nostri ragazzi impiegati nella cellula italiana inserita nel Combined Air Operations Centre, il Centro di comando delle operazioni aeree in Iraq, Siria, Afghanistan nell’ambito della missione internazionale Inherent Resolve a guida Statunitense”, riportava Tofalo.
“Rientrato a Doha ho visitato la Hamad bib Khalifa University, una nicchia d’eccellenza soprattutto nel settore della ricerca cibernetica e dell’innovazione dove operano alcune delle nostre migliori intelligenze nell’ambito di una cooperazione tra Accademia e aziende. Ho avuto il piacere infine di trascorrere alcuni momenti con i ragazzi e le ragazze che nei giorni scorsi avevano preso parte all’esercitazione NASR19 in Qatar che ha visto personale dell’Esercito italiano operare al fianco di militari dell’Esercito Qatarino”. Missioni politico-militari-diplomatiche o affari pubblico-privati?
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