Antonio Mazzeo
maggio 2020
Più che un partner un fratello, pronto ad intervenire per fornire tutti i mezzi utili a lenire le disgrazie altrui. E’ l’emiro-sceicco del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani che in nome della consolidata amicizia politico-militare con l’Italia ha promosso e finanziato l’acquisto di 260 tonnellate di dotazioni medico-sanitarie, apparecchiature, ventilatori, mascherine e finanche due ospedali da campo destinati alla Protezione civile e ai medici impegnati nella lotta al Covid-19.
A partire dall’8 aprile, le forze armate qatarine hanno effettuato una decina di voli cargo sulla rotta Doha-Italia per consegnare questi aiuti alle unità specializzate dell’Aeronautica militare che operano negli scali di Pratica di Mare (Roma) e Villafranca-Verona.
“Secondo le direttive dell’Emiro Tamim bin Hamad Al Thani, visti i rapporti stretti di amicizia tra i due popoli e i due Paesi, lo Stato del Qatar ha teso una mano alla Repubblica italiana cui è legata con relazioni strategiche eccellenti, avendo piena fiducia che essa supererà questa emergenza sanitaria”, ha spiegato l’ambasciata del Qatar. “Il Fondo del Qatar per lo Sviluppo (Qatar Development Fund) ha coordinato l’assistenza medica in collaborazione con le forze aeree nazionali per far fronte alle responsabilità comuni contro l’espansione di questa pandemia che rappresenta una minaccia per il mondo intero”.
Ad attendere a Pratica di Mare il primo dei Boeing C-17 “Globemaster” del Qatar una delegazione al massimo livello: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio; il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Alberto Rosso; l’ambasciatore dell’emirato in Italia, Abdulaziz bin Ahmed Al Malki Al Jehani; l’addetto militare presso l’ufficio diplomatico, generale Hilal bin Ali Al Mohannadi. Tra le dotazioni giunte da Doha sono risultati particolarmente graditi i due ospedali da campo con tendostrutture rispettivamente di 5.200 e 4.000 metri quadrati, in grado di accogliere complessivamente sino a un migliaio di pazienti.
Il primo è stato destinato al comune di Schiavonia (Padova) ed è stato montato da un team composto da militari del 3° Stormo di Villafranca-Verona e da tecnici-ufficiali del Qatar. I maxi-tendoni del secondo ospedale sono in via di installazione a Potenza e Matera e la loro inaugurazione è prevista per il 2 giugno, festa della Repubblica. Nella lotta alla diffusione del coronavirus in Italia, l’emirato ha messo in campo anche i laboratori, le attrezzature e i medici del “Mater Hospital” realizzato a Olbia grazie alla partnership tra la Qatar Foundation Endowment (organizzazione no-profit fondata nel 1995 dallo sceicco Hamad Bin Khalifa Al-Thani, padre dell’odierno capo di Stato) e la Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma, nella titolarità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Per affrontare l’emergenza pandemica, l’emirato ha pure offerto ai ricercatori italiani la collaborazione dell’Hamad Center Corporation, la principale azienda medico-sanitaria del Qatar. A pensar male, più che dal buon cuore, il ponte aereo di “aiuti” sembrerebbe dettato da una lucida strategia di penetrazione del capitale finanziario emiratino nel sistema della sanità e dell’istruzione accademica italiana.
Non è poi casuale che la “generosità” di Doha si sia espressa privilegiando come intermediari e interlocutori proprio le forze aeree di guerra dei due Paesi. Tra le aeronautiche di Italia e Qatar esiste infatti una stretta collaborazione specie nel settore della formazione/addestramento dei piloti e nella sperimentazione di aerei ed elicotteri prodotti dal gruppo leader del complesso militare-industriale italiano, Leonardo (ex Finmeccanica). Il 6 febbraio 2020, ancora il generale Hilal bin Ali Al Mohannadi, accompagnato dal responsabile dei corsi e della formazione dei militari del Qatar, generale Ghanim Alhajri, si era recato in visita ufficiale alla Scuola di Aerocooperazione di Guidonia (Roma).
“Alla delegazione straniera è stata presentata una panoramica dell’offerta formativa della Scuola nei due settori addestrativi del telerilevamento e dell’aerocooperazione, con particolare riguardo agli iter formativi dei Radar-Imaging e del JTAC – Joint Terminal Attack Controller”, recita il comunicato emesso dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica italiana. “La visita è stata, altresì, un’opportunità per il gen. Hilal Ali Al Muhannadi di rivolgere un indirizzo di saluto ed un augurio di proficuo apprendimento ai 10 Ufficiali frequentatori del 1° corso JTAC a favore delle forze speciali qatarine il cui iter istruzionale presso la Scuola terminerà il 10 aprile. Tale attività è stata appositamente sviluppata e realizzata dal 3° Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica, nell’ambito di un più ampio contesto di collaborazione e cooperazione internazionale”.
L’11 luglio 2019 era stato il Sottocapo di Stato Maggiore della Qatar Emiri Air Force, generale Hazza Nasser Al-Shahwani, ad essere ricevuto a Roma dall’omologo rappresentante dell’Aeronautica italiana, generale Luca Goretti. “Nel corso dell’incontro – scriveva il ministero della Difesa – è stato tracciato un bilancio sull’attuale cooperazione tra le Forze Aeree dei due paesi, principalmente connessa alla formazione e all’addestramento al volo del personale della forza aerea del Qatar che vede già coinvolti in prima linea personale e sistemi addestrativi della 46^ Brigata Aerea di Pisa”.
Sempre nell’ottica del rafforzamento dei legami “formativi”, la delegazione qatarina effettuava pure una visita alla Scuola internazionale di volo del 61° Stormo dell’Aeronautica con sede a Galatina (Lecce).
“La delegazione ha avuto modo di visitare l’ITS – T346, il sistema integrato su cui si sviluppa la parte più avanzata del percorso addestrativo previsto per i piloti destinati alle linee da combattimento, consentendogli di interfacciarsi con ogni tipo di forza/minaccia generata dal computer”, aggiungeva lo Stato maggiore italiano.
“Il sistema di addestramento T-346A non è nuovo alla Qatar Emiri Air Force: nel novembre del 2018, in occasione del tour in Medio Oriente organizzato dall’Aeronautica Militare in cooperazione con la Leonardo S.p.A., e poi anche il 15 aprile 2019 a Lecce, i rappresentanti della forza aerea qatarina hanno avuto modo di apprezzare le spiccate peculiarità tecnologiche del più avanzato velivolo d’addestramento prodotto dall’industria aeronautica nazionale”.
Nella base aerea di Galatina, le forze armate e Leonardo hanno dato vita nel luglio 2018 alla “International Flight Training School” indirizzata alla formazione dei piloti di aerei dei Paesi Nato ed extra-Nato. Gli ospiti-allievi si addestrano anche a bordo dei caccia-addestratori T-346A prodotti negli stabilimenti di Leonardo-Finmeccanica di Venegono Superiore (Varese) e che poi vengono offerti in acquisto alle aeronautiche partner (sono già stati acquistati da Israele, Polonia e Singapore).
L’intesa tecnica per il consolidamento delle attività di formazione del personale militare qatariano in Italia è stata sottoscritta il 17 ottobre 2018 nel corso di un vertice tra l’allora ministra della difesa Elisabetta Trenta (M5S) e il vice primo ministro e responsabile delle forze armate del Qatar, Khalid bin Mohammed Al Attiya.
Libia, situazione regionale e cooperazione bilaterale i temi al centro del colloquio”, riportava il comunicato emesso dal Ministero. “Al Ministro Al Attya – in Italia per la preparazione della visita di Stato dell’Emiro Tamim Bin Hamad Al-Thani, che si terrà il 19 e 20 novembre – la titolare del Dicastero ha confermato la disponibilità ad effettuare ulteriori corsi di istruzione all’interno delle Accademie militari italiane e corsi specialistici in altri Istituti e centri. A tal proposito, il Ministro Al Attiyah ha espresso grande soddisfazione per gli eccellenti risultati delle attività di addestramento di personale qatariano in Italia e per il contributo significativo apportato dal nostro Paese ai progetti di sviluppo tecnologico e organizzativo delle Forze armate”.
Meno di un mese dopo, era una delegazione dello Stato maggiore dell’Aeronautica italiana, guidata dal generale Settimo Caputo, a recarsi in visita a Doha per un meeting con il generale Ahmad Ibrahim Al Malki, vicecomandante in capo della Qatar Emiri Air Force. “L’incontro, svoltosi presso il Quartier generale dell’Aeronautica qatariota, ha testimoniato la proficua attività di cooperazione tra le due forze aeree nell’ambito dei già solidi rapporti bilaterali con il Qatar, improntati ad una politica di apertura e cooperazione sia nel campo operativo-addestrativo sia in quello del procurement”, si legge nel ripetitivo dispaccio dell’Aeronautica italiana. “La visita è stata preceduta, il giorno 11 novembre, da un incontro tra il generale Caputo ed il Ministro della Difesa Khalid bin Mohammed Al-Attiyah presso la base di Al-Udeid, durante il quale l’Autorità politica ha avuto modo di apprezzare le potenzialità del velivolo Leonardo M-346, ivi rischierato unitamente ad una delegazione del Reparto Sperimentale di Volo di Pratica di Mare ed ai velivoli della Pattuglia Acrobatica Nazionale”.
A fare da cornice al vertice bilaterale, l’aeroshow nei cieli di Doha con i velivoli del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico di Rivolto-Udine e del “Qatar Display Team” dell’aviazione militare dell’emirato. A organizzare l’evento l’Ambasciata d’Italia in Qatar con tanto di sponsorizzazione e copertura costi da parte dell’holding Leonardo. Tra gli aerei italiani presenti allo show i biposto Aermacchi MB-339 delle “Frecce Tricolori”, gli immancabili caccia-addestratori T-346 e i cacciabombardieri Eurofighter “Typhoon” del consorzio internazionale EADS-Bae Systems-Leonardo, ordinati qualche mese prima anche dal Qatar grazie ad una commessa del valore di 7 miliardi di euro circa.
Un appuntamento-vetrina del peggiore made in Italy, quello di Leonardo e Aeronautica militare, che oltre all’emirato ha interessato pure Bahrein e Kuwait. “Esso si pone a coronamento di programmi di cooperazione rivolti in particolare al settore dell’addestramento e della formazione, che la Difesa ha da tempo avviato con tali Paesi”, riportava lo Stato Maggiore. “La collaborazione con la società Leonardo per la realizzazione del tour mediorientale evidenzia la spiccata sinergia tra l’Aeronautica Militare e l’Industria nazionale in un’ottica di promozione delle eccellenze italiane nel settore della Difesa a sostegno del Sistema Paese consentendo, inoltre, di rafforzare l’immagine dell’Italia quale Paese di elevata affidabilità in termini di know how e capacità tecnologiche”.
Eccellenze di morte da esportare innanzitutto a quei petro-regimi che non fanno mancare il loro sostegno alle peggiori organizzazioni di matrice jihadista.
Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com
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