Sandro Pintus
Firenze, 2 maggio 2020
La mancanza di preservativi è l’ultima disgrazia che colpisce l’Africa. Un altro tsunami attacca il grande continente che segue all’invasione delle locuste e al contagio delCoronavirus. Una situazione che potrebbe far sorridere se non fosse tragica. La mancanza del prezioso strumento di lattice significa – oltre alle gravidanze indesiderate – soprattutto un aumento dei casi di HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili.
Perché i preservativi sono spariti dal continente africano? Semplice. In questo mondo iperglobalizzato che ha permesso la diffusione esponenziale del Covid-19, le maggiori aziende che li producono sono ferme. Soprattutto in Malesia il maggior produttore al mondo dell’anticoncezionale più usato nel pianeta.
Il governo malese, a causa della pandemia ha imposto la chiusura della Karex Bhd di proprietà di Goh Miah Kiat. I suoi tre stabilimenti, che fabbricano un quinto dei preservativi prodotti a livello globale, lavorano a produzione ridotta. La più grande azienda di profilattici della Terra produce oltre tre miliardi di pezzi all’anno con il 75 per cento della produzione per conto terzi.
Kiat ha dichiarato all’agenzia Reuters che farà fatica a tenere il passo con la domanda a metà della sua capacità. Ha anche espresso la sua preoccupazione per i programmi umanitari in Africa. Secondo la Karex, per diversi mesi nel Continente nero potrebbe esserci una carenza di quel prezioso strumento di protezione.
L’Africa importa anche preservativi cinesi, anche se si sono dimostrati di bassa qualità e addirittura troppo piccoli. In Zimbabwe, nel 2018, l’allora ministro della Salute aveva chiesto ai cinesi di spedire profilattici più grandi perché non adatti alle misure zimbabwiane. Nel 2013 invece in Ghana sono stati sequestrati 110 milioni di preservativi perché erano bucati.
In tutto il continente africano, secondo dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS-WHO), ci sono 25,7 milioni di persone colpite da HIV. Un milione e 100 mila hanno contratto l’infezione 2018 e, nello stesso anno, 470mila persone sono morte a causa di malattie collegate all’AIDS.
Intanto, vista la crisi, c’è chi si arrangia. Una di queste è una prostituta congolese della regione di Goma, ad est della Repubblica Democratica del Congo (Congo-K). Intervistata dal canale Youtube, VPRO Metropolis si chiama Danielle e ha spiegato che preferisce usare sacchetti di plastica.
Anche perché non si fida del preservativo. D’altronde, dopo le fregature cinesi in Zimbabwe e Ghana, chi lo farebbe?
Sandro Pintus
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