Sandro Pintus
Firenze, 24 aprile 2020
Una violenza jihadista senza limiti quella presente a Cabo Delgado, estremo settentrione del Mozambico, 2.700km a nord della capitale, Maputo. Cinquantadue giovani ai quali era stato intimato di arruolarsi nella guerriglia sono stati barbaramente assassinati.
Il peggior massacro da quando 30 mesi fa è iniziata la violenza jihadista a Cabo Delgado. È successo nel villaggio di Xitaxi, nel distretto di Muidumbe, lo scorso 8 aprile. La tragedia è stata confermata dal portavoce della Polizia (PRM) Orlando Modumane ma solo ora ci sono i dettagli della tragedia.
Modumane ha dichiarato all’agenzia portoghese LUSA che giovani hanno opposto resistenza provocando l’ira dei criminali. Come reazione al rifiuto, hanno sparato in modo indiscriminato e poi li hanno decapitati. L’orribile fatto di sangue è avvenuto il giorno successivo a due attacchi, a poche ore di distanza, nei villaggi di Tinga e di Litingina, poco distante da Xitaxi.
Lo scorso 23 marzo, un gruppo di jihadisti, via mare, ha attaccato nuovamente Mocímboa da Praia e Quissanga impedendo alla popolazione di fuggire. Si sono poi fatti fotografare davanti alla caserma occupata della polizia di Quissanga con la bandiera nera dello Stato islamico. Sull’attacco sta circolando un video, ripreso anche dall’emittente in lingua portoghese JP. Si vedono almeno una quindicina di uomini in uniforme militare con il viso coperto dalla kefiah. Alcuni imbracciano kalashnikov (AK47) e uno di loro ha un lanciagranate (RPG), carico, in spalla. Altri filmano con gli smartphone.
Secondo lo speaker dell’emittente i tagliagole hanno parlato di fronte alla popolazione in lingua locale. Hanno detto di essere in guerra contro l’esercito mozambicane e contro alcuni dirigenti del Paese. Affermano che stanno difendendo l’islam, vogliono un governo islamico e non un governo di miscredenti.
Cinque attacchi in tre settimane – tre in due giorni – issando la bandiera dell’ISIS su edifici delle istituzioni, sono dimostrativi e simbolici. Azioni che intendono mostrare l’arroganza verso il potere centrale di Maputo e il tentativo di fare di Cabo Delgado un’area controllata dal terrorismo islamista.
João Pereira, uno degli autori dell’indagine sui gruppi islamisti a Cabo Delgado, aveva avvisato che leader jihadisti vogliono destabilizzare la provincia. Chiamati dalla popolazione al Shebab, secondo l’investigazione di Pereira – voluta dal presidente Filipe Nyusi – si identificano come Ahlu Sunnah Wa-Jammá. L’indagine aveva rivelato che il Mozambico perde 30 milioni di dollari all’anno a causa del contrabbando rubini, avorio e legname pregiato organizzato dai terroristi. Ma circolano voci non confermate anche di traffico di eroina.
Dal primo attacco jihadista dell’ottobre 2017, la situazione del prezioso triangolo Montepuez (rubini)/Niassa (avorio e legname)/Palma (giacimenti di gas) è peggiorata. A Cabo Delgado i gruppi islamisti sembrano meglio organizzati e più aggressivi e di polizia ed esercito che non riescono ad arginarli. Perfino i contractor russi hanno rinunciato dopo aver subito perdite.
Intanto ExxonMobil ha deciso di tagliare del 30 per cento il budget del 2020 del progetto del gas naturale (LNG) al largo di Palma. Mentre, a febbraio scorso, ExxonMobil e Total oltre ai 500 presenti, hanno chiesto altri 300 militari a protezione del sito. Le due multinazionali petrolifere operano insieme a ENI nel megaimpianto di Palma e hanno pianificato l’inizio della produzione off-shore del Bacino del Rovuma per il 2022.
Per il momento, per Maputo non sembra facile fare una guerra che dista 2.700km dai centri del potere. Anche se è casa sua.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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Signor Pintus ,quelli sono solo dei criminali spietati, non associamoli ai musulmani, per quanto loro si spaccino per difensori della fede musulmana etc ,migliaia di musulmani sono vittime dei jihadisti, migliaia, ergo noi non vogliamo essere associati in certi articoli ,alle stragi di questi folli ,noi musulmani siamo le prime vittime dei jihadisti
Signor Farano, grazie per il suo messaggio.
Noi di Africa ExPress non associamo questi assassini ai musulmani. Sarebbe come dire che i musulmani sono tutti jihadisti. O che i cristiani sono tutti integralisti. E noi non lo diciamo.
Dalla documentazione a nostra disposizione diciamo semplicemente e chiaramente chi sono: criminali che assaltano e distruggono villaggi indifesi, terrorizzano e uccidono uomini, donne e bambini, indipendentemente dal loro credo religioso, e rivendicano le loro azioni con la bandiera nera dello Stato islamico.
Se legge meglio i miei articoli, troverà che, secondo uno studio dell’Università di Maputo (con l’aiuto del religioso islamico Saide Habibe), a Cabo Delgado esistono almeno una trentina di cellule jihadiste autonominate “Ahlu Sunnah Wa-Jamma” (che in arabo significa ‘seguaci della tradizione del profeta’) e si ispirano all’imam keniota Aboud Rogo Mohammed.
Gli appartenenti a queste cellule sono stati addestrati nella regione dei Grandi Laghi e sono estremamente ignoranti sulla tradizione dell’islam.
I loro capi jihadisti vogliono destabilizzare la provincia di Cabo Delgado per poter continuare i loro traffici illeciti attraverso il contrabbando di rubini, avorio e legnami pregiati e probabilmente anche droga.
Questi assassini sono accusati dell’uccisione di almeno 400 persone tra le quali molte donne e bambini alcuni dei quali sgozzati o decapitati. Le loro azioni terroristiche hanno causato oltre 150 mila sfollati e un’epidemia di colera con almeno 20 morti.
Seguono alcuni link che possono aiutare a capire meglio la situazione.
Cordiali saluti e buona lettura
- https://www.africa-express.info/2018/06/08/23931/
- https://www.africa-express.info/2020/02/27/oltre-ai-jihadisti-epidemia-di-colera-nel-nord-del-mozambico-almeno-20-morti/
- https://www.africa-express.info/2018/06/06/mozambico-contrabbando-di-rubini-e-avorio-dietro-i-capi-jahidisti-di-cabo-delgado/
- https://www.africa-express.info/2019/06/13/mozambico-per-la-prima-volta-i-jihadisti-si-firmano-stato-islamico-nel-nord-del-paese/