Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 14 Marzo 2020
……. BREAKING NEWS …. LUCA TACCHETTO, OSTAGGIO ITALIANO CATTURATO IN MALI ASSIEME ALLA SUA AMICA EDITH BLAIS SONO STATI LIBERATI NELLA NOTTE. LO HA COMUNICATO LO STRINGER DI AFRICA EXPRESS IN MALI, SERGE DANIEL. NON CI SONO ANCORA DETTAGLI SULL’AVVENUTA LIBERAZIONE.
Dopo 15 mesi di prigionia sono stati liberati Luca Tacchetto e la sua compagna canadese, Edith Blais, catturati il 16 dicembre 2018. E’ stata una pattuglia di caschi blu che dopo aver ottenuto tutte le informazioni necessarie ha assalito il gruppo che teneva prigionieri i due giovani. I rapitori con gli ostaggi erano accampati nei dintorni di Kidal nel nord del Mali. I soldati dell’ONU hanno già portato Luca ed Edith prima a Gao e in questo momento mentre andiamo online, stanno viaggiando verso la capitale Bamako. Hanno già telefonato alle famiglie.
I due giovani erano stato rapiti mentre percorrevano la strada che da Bobo Dioulasso, in Burkina Faso, porta in Togo, dove erano diretti. Hanno salutato il loro amico francese, Robert Guilloteau, nella cui casa avevano passato la notte e si sono diretti verso la frontiera. Da qual momento sono scomparsi nel nulla. Nessuna notizia, nessun indizio. Non è trapelato assolutamente niente. La Farnesina, come sempre in questi casi ha chiesto di mantenere un assoluto riserbo, cui i familiari si sono attenuti strettamente. Un riserbo che lasciava perplessi alla luce dei depistaggi, delle notizie false, delle mancate indagini o del pressapochismo con cui sono state condotte le indagini nel caso di un altro ostaggio italiano, questa volta rapita in Kenya, Silvia Romano.
L’unica notizia certa l’aveva data a inizio ottobre dell’anno scorso la ministro degli Esteri canadese, Chrystia Freeland. Durante un comizio elettorale aveva annunciato: “Edith è viva ma le indagini sono assai complicate e quindi è opportuno non dare notizie e dettagli che potrebbero danneggiare la vita dell’ostaggio”. Era tempo di elezioni in Canada e come si sa bene i politici spesso in campagna elettorale non sono il massino della sincerità. La ministra parlava di Edith ma è logico pensare che la notizia riguardava anche Luca.
Luca ed Edith erano partiti in auto dal Veneto e dopo aver lasciato l’Europa avevo superato il Marocco e la Mauritania. Sono entrati in Mali e passati in Burkina Faso. Probabile che qualcuno li abbia visti, seguiti, monitorati e quindi catturati.
I gruppi fondamentalisti attivi nel Sahel, operano in due ambiti: politico (che fanno riferimento ad Al Qaeda o all’ISIS) e criminale (predoni che con la crisi economica sono diventati sempre più aggressivi). Per finanziare il terrorismo, rapiscono a scopo di riscatto non solo occidentali, ma si dedicano con gran profitto al traffico di droga. Nel novembre 2009 un Boing Cargo 737 colombiano proveniente dal Venezuela carico di cocaina era atterrato sulla sabbia in Mali. Una volta scaricato l’aereo era stato incendiato, perché non sarebbe potuto più ripartire. Il valore del carico era enormemente superiore a quello del vecchio jet.
In Mauritania, proprio al confine a cavallo con il Mali, il 18 dicembre 2009, era stata rapita dai predoni una coppia di italiani che con un minibus era diretta anch’essa in Burkina. Di Sergio Cicala e la moglie, Philomen Kabouree non si seppe più nulla per una decina di giorni.
Poi il 28 dicembre il sequestro venne rivendicato da Al Qaeda per il Maghreb Islamico. Furono liberati il 16 aprile successivo.
Una volta rilasciati scomparvero dalle cronache ma un paio d’anni dopo, in un’intervista a Ouagadougou, Sergio Cicala mi raccontò che i rapitori, criminali comuni, dopo qualche giorno di prigionia, li avevano consegnati agli islamici.
Secondo informazioni raccolta da Africa ExPress gli italiani hanno affidato le trattative per la liberazione di Luca e Edith a un vecchio notabile della tribù babariché, Baba Olud Choueckh. E’ lui che, a suo tempo, aveva trattato la liberazione dei Cicala.
Massimo A. Alberizzi
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Sembra di capire, ma sarei pronto a cambiar idea e a scusarmi in caso contrario, che anche in questa vicenda il ruolo della Farnesina e della nostra intelligence è stato secondario, superficiale, subalterno, discontinuo e inefficace.