Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
12 marzo 2020
Il coronavirus è pandemia. Lo ha dichiarato ieri sera il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Il virus viaggia per il mondo, non conosce confini politici, eppure Tedros rassicura: “La pandemia è controllabile se i governi mettono in campo le misure necessarie per contrastare la patologia”.
Intanto COVID-19 continua la sua folle corsa anche in Africa, dove parecchi Paesi hanno già registrato alcuni morti e parecchi contagiati.
L’emittente di Stato di Algeri ha confermato poche ore fa la morte di una persona affetta da coronavirus, confermando che a tutt’oggi sono 24 i casi, per lo più a Blida, che dista poco più di 40 chilometri dalla capitale. Da questa settimana saranno sospesw manifestazioni culturali, economiche e politiche. Finora non è stato reso noto se la protesta settimanale – in atto dal febbraio 2019, quando l’ormai ex presidente Abdelaziz Bouteflika ha annunciato di volersi candidare per un 5° mandato – sia inclusa nella serie di misure anti-coronavirus.
Anche l’Egitto ha registrato la prima vittima del virus, un turista tedesco, deceduto in un ospedale di Hurghada, città balneare sul Mar Rosso. Ora i contagiati dal temibile COVID-19 sono saliti a 67, tra loro 45 su una nave in crociera sul Nilo. Intanto il Paese ha rafforzato le misure di sicurezza per prevenire nuovi contagi, come la messa in sicurezza di Hotel e effettuando test su turisti e operatori del settore. Inoltre sono stati sospesi grandi eventi, compresi festival religiosi. Nelle scuole sono state interrotte alcune attività: musica e educazione fisica, mentre le altre lezioni continueranno regolarmente.
In Marocco i pazienti che hanno contratto la malattia virale sono 5, mentre due giorni fa una signora di 89 anni, già sofferente di altre malattie croniche, è deceduta in un ospedale di Casablanca per complicazioni da coronavirus.
Il National Institute for Communicable Diseases sudafricano (Istituto nazionale per malattie trasmissibili) ha confermato 6 nuovi pazienti positivi al test – tutti i 6 hanno visitato recentemente Paesi europei, come Italia, Germania, Francia, Austria, Svizzera, Portogallo – portando così a 13 le persone infette. Alcune sono ricoverate, altre sono asintomatiche e dunque in quarantena nelle loro abitazioni.
La Costa d’Avorio, il maggior produttore di cacao al mondo, ha annunciato ieri che una persona è risultata positiva al test. Si tratta di un 45enne ivoriano, tornato recentemente dall’Italia. Mentre nell’isola La Riunione, un dipartimento francese nell’Oceano Indiano, un cittadino francese ha presentato i sintomi della malattia.
L’OMS ha già inviato kit con il test in diversi laboratori del Congo-K e in altri Paesi del continente. Due giorni fa il ministro della Sanità, Eteni Longondo, aveva fatto sapere che un congolese, di ritorno dalla Francia è risultato positivo a coronavirus. Insieme a lui hanno viaggiato 109 persone, che, secondo il ministro sarebbero state identificate e che saranno messo in quarantena e ha invitato la popolazione alla calma. Sui social network è rimbalzata ieri la notizia che si sarebbe trattato di un falso allarme e che la persona in questione sarebbe in ottima salute. Si sarebbe trattato solamente di una banale influenza. Nel frattempo è scattato un nuovo allarme a Beni, nel Nord-Kivu, una delle due province fortemente colpite dalla 10ma epidemia di ebola. Solo una decina di giorni fa è stato dimesso l’ultimo paziente guarito dalla febbre emorragica; bisogna attendere ancora qualche settimana perchè l’ex colonia belga venga dichiarata “ebola free” dall’Organizzazione dell’ONU con sede a Ginevra. Questa volta si tratta di un cittadino francese, che ha presentato i sintomi di COVID-19. Attualmente si trova in isolamento in un albergo della città in attesa di eventuali nuovi sviluppi.
E il nuovo virus ha fatto il suo ingresso anche in Burkina Faso, già in ginocchio dai continui attacchi terroristi. Una coppia bukinabé, ritornata dalla Francia il 24 febbraio scorso, ha contratto la nota patologia. Ora il ministero della Sanità è alla ricerca delle 120 persone entrate in contatto con la coppia. Il portavoce del governo, Remis Dandjinou, ha detto che, secondo il protocollo adottato da molti altri Stati, sono state sospese grandi manifestazioni, inoltre ha chiesto la collaborazione dei leader religiosi perchè la popolazione rispetti le misure di prevenzione.
Il Senegal ha confermato oggi il 5°caso di contagio da coronavirus. Secondo quanto riportato dal ministro della Salute, Abdoulaye Diouf Sarr, si tratta di un cittadino senegalese che ha fatto ritorno a Touba, città nel centro della ex colonia francese, proveniente dall’Italia. Il presidente del Senegal, Macky Sall, ha vietato ai suoi ministri di uscire dal Paese per evitare il rischio di contagio, inoltre ha annullato grandi eventi e assembramenti di persone.
Nella lista dei Paesi africani con pazienti contagiati dal coronavirus troviamo anche il Camerun con due pazienti. Il primo ammalato è un francese, arrivato il 24 febbraio con un volo Air France che ha fatto scalo a Bangui, la capitale della Repubblica centrafricana. Lo ha spiegato il ministero della Sanità di Yaoundé venerdì scorso e poche ore più tardi è stato identificata una seconda persona con l’infezione virale, un camerunense venuto in contatto con il cittadino d’Oltrealpe.
Mentre in Togo è risultata positiva al test una donna 42 anni, in viaggio in febbraio tra la Germania, la Turchia, la Francia e il Benin.
Invece il gigante dell’Africa, la Nigeria, finora ha due casi confermati – il primo è stato un italiano – e il Centre for Disease Control (NCDC) pubblica aggiornamenti ogni giorno, che comprendono anche consigli per la prevenzioni e un numero whatsapp al quale la popolazione può rivolgersi per consigli e chiarimenti.
Quasi tutti governi africani hanno preso misure precauzionali: maggiori controlli agli aeroporti e quarantena per passeggeri provenienti dai Paesi maggiormente colpiti dal temibile virus. Il Ciad ha addirittura chiuso le frontiere con Camerun e Nigeria.
Negli aeroporti del Kenya i controlli sono a tappeto. La febbre viene misurata ai passeggeri in arrivo da qualunque destinazione, anche interna. E si parla di chiusura totale di tutte le attività.
Poche ore fa il ministro della Sanità del Kenya, Mutahi Kagwe, ha confermato il primo caso di infezione da coronavirus nel Paese. La paziente è attualmente ricoverata nel reparto malattie infettive del Kenyatta National Hospital. Secondo le affermazioni del ministro durante una conferenza stampa, la keniota è arrivata all’aeroporto internazionale Jomo Kenyatta di Nairobi dagli Stati Uniti via Londra il 5 marzo scorso. La paziente è stabile, si nutre e respira autonomamente. Attualmente si cerca di rintracciare le persone con le quali la signora è entrata in contatto.
Aggiornamenti 13 marzo ore 23.00
Il coronavirus non rispetta i confini, utilizza l’uomo per infiltrarsi in ogni dove. E così è arrivato anche in Guinea, tramite una cittadina belga, impiegata presso la delegazione dell’UE nel Paese. Attualmente si trova in quarantena fiduciaria nella sua abitazione.
Brutte notizie giungono anche dal Sudan, dove ieri è deceduto un uomo sulla cinquantina nella capitale Khartoum. Le autorità sudanesi hanno precisato che il loro concittadino è stato negli Emirati Arabi Uniti all’inizio del mese. Di conseguenza Khartoum ha momentaneamente sospesi visti e voli per 8 Paesi,inclusi Italia e Egitto, Paese per il quale sono stati interrotti anche i collegamenti via terra.
In Algeria sono state chiuse le scuole di ogni ordine e grado, finora il governo non si è espresso su restrizioni nei luoghi di culto. “Eppure le nostre moschee sono tra i maggiori luoghi di assembramento”, ha sottolineato un medico.
Elyes Fakhfakh, primo ministro tunisino, si è rivolto oggi alla nazione, annunciando una serie di misure per contrastare l’infezione da COVID-19. Tra queste la chiusura di bar e ristoranti alle 16.00, la sospensione della preghiera collettiva del venerdì, annullati convegni, eventi culturali, inoltre tutti gli eventi sportivi dovranno svolgersi a porte chiuse. I collegamenti aerei sono stati sensibilmente ridotti, sospesi con l’Italia e la chiusura di tutte le frontiere marittime. E il rappresentante diplomatico di Parigi accreditato a Tunisi ha fatto sapere che le scuole francesi nel Paese (Tunisi, Sfax e Sousse) resteranno chiuse fino a nuovo avviso. Le lezioni proseguiranno a distanza.
Oggi anche Ghana e Gabon hanno annunciato i primi casi: il governo di Libreville ha fatto sapere che un 27enne gabonese è risultato positivo al test dopo un soggiorno in Francia. Mentre il ministero della Sanità di Accra ha detto che attualmente due persone si trovano in quarantena, le loro condizioni sono stabili. I due sono stati recentemente in Norvegia e Turchia.
Purtroppo in Senegal i malati di COVID-19 sono saliti a 10, tra loro 4 dello stesso nucleo familiare.
E infine il sindaco della capitale etiope Addis Ababa ha comunicato che un cittadino giapponese risulta positiva al test; è arrivato nel Paese con un volo dal Giappone via Burkina Faso. Il ministero della Sanità ha adottato severe precauzioni volte a arginare il coronavirus, tra queste la messa in quarantena di viaggiatori provenienti da Cina, Italia, Corea del Sud e Iran.
Aggiornamento 14 marzo 2020 ore 19.00
Ruanda: questa mattina il ministero della Salute di Kigali ha confermato il primo caso di coronavirus nel Paese. Un cittadino indiano, proveniente da Mumbai (precedentemente chiamata Bombay), al suo arrivo all’aeroporto di Kigali, l’8 marzo, non presentava alcun sintomo. Ieri si è presentato in una struttura sanitaria e è risultato positivo al test.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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