Cornelia I. Toelgyes
5 marzo 2020
Un gruppo di 15 turisti italiani sono evasi dalla quarantena in Mauritania. Il governo di Nouakchott ha immediatamente firmato il decreto di espulsione e li ha rinviati al mittente, tramite un volo via il Marocco. La notizia è stata confermata a AFP (Agence France Presse) dal portavoce del ministero degli Esteri, Abdelkader Ould Ahmed, che ha aggiunto: “Hanno fatto l’errore di eludere la quarantena imposta dal ministero della Salute per arginare il pericolo coronavirus nel nostro Paese”. Tali misure vengono applicate a tutti viaggiatori provenienti da Paesi a rischio, e, ahimè, l’Italia è tra questi.
I nostri concittadini sono arrivati sabato scorso nella capitale mauritana, per raggiungere il sito turistico di Atar (significa “Strada” nella lingua Azer e “Città nuova” nella lingua berbera) nel centro-occidentale della ex colonia francese. La città si trova nella zona montana dell’Adrar, sulla strada carovaniera per il Marocco e vanta una delle moschee più antiche del nazione.
Sabato, giorno del loro arrivo, il gruppo è stato subito fermato dalle autorità sanitarie, che hanno imposto loro la quarantena. Sono stati immediatamente accompagnati in un albergo della capitale, nell’attesa di individuare un luogo adatto per l’isolamento. Domenica mattina gli italiani hanno tentato la fuga in gran segreto, cercando di raggiungere Atar. Per loro sfortuna sono stati intercettati dopo aver già percorso una novantina di chilometri.
Il governo mauritano ha decretato ieri il divieto d’entrata a cittadini di 4 Paesi: Cina, Corea del Sud, Iran e Italia.
Attualmente nel continente africano sono sei i Paesi che stanno affrontando in modo diretto l’infezione da COVID-19: Egitto, Algeria, Nigeria, Senegal, Tunisia e Marocco. In Marocco è stata annullata la gara ciclistica Tour du Maroc cycliste 2020, che si sarebbe dovuta svolgere dal 9 – 18 aprile, come pure il Grand Prix de judo de Rabat, programmato dal 6 – 8 marzo.
Il Senegal ha registrato martedì il secondo caso di contagio. Si tratta di un francese di 80 anni, arrivato nel Paese il 29 febbrario. Per questioni di sicurezza sono stati momentaneamente sospesi alcuni eventi.
Il primo paziente del Marocco è un cittadino marocchino, rientrato da poco dall’Italia. Secondo le autorità del regno le sue condizioni non destano preoccupazione.
Stessa cosa Tunisia: un cittadino tunisino, appena arrivato in patria via mare dall’Italia, dopo aver presentato i primi sintomi, è stato sottoposto al test, che è risultato positivo all’infezione.
In Nigeria il governo ha deciso di mandare in vacanza tutti i membri del Parlamento per quindici giorni per garantire la massima sicurezza sanitaria ai propri deputati. Il primo caso di coronavirus è stato registrato la scorsa settimana in Ogun State. Si tratta di un italiano, arrivato nella ex colonia britannica il 24 febbraio scorso.
E terminiamo con una notizia positiva: nella Repubblica Democratica del Congo è stato dimesso oggi l’ultimo paziente di ebola. Sembra ormai sconfitta la 10ma epidemia della febbre emorragica che messo in ginocchio due province, Nord-Kivu e Ituri dal 1° agosto 2018. Anche l’Organizzazione mondiale della Sanità si dichiara soddisfatta e il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha detto che nelle ultime due settimane non ci sono stati nuovi casi. Se nessuno dovesse essere contagiato nei prossimi 42 giorni, l’OMS potrà finalmente dare il sospirato annuncio: “Congo-K ebola free”.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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