AFRICA

Oltre ai jihadisti, epidemia di colera nel Nord del Mozambico: almeno 20 morti

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 26 febbraio 2020

Nella provincia di Cabo Delgado c’è la “tempesta perfetta”: oltre alla povertà estrema, agli attacchi jihadisti è scoppiato anche il colera. Le autorità sanitarie di Maputo hanno confermato focolai in tre distretti della provincia settentrionale al confine con la Tanzania.

Mappa del Nord del Mozambico con i distretti colpiti dal colera (Courtesy GoogleMaps)

I tre distretti colpiti dalla malattia sono quelli di Macomia, Mocimboa da Praia e Ibo, teatro dei pesanti attacchi dei gruppi jihadisti Ahlu Sunnah Wa-Jammá. Chiamati dalla popolazione al Shebab, da ottobre 2017 sono responsabili dell’uccisione – spesso con decapitazione – anche di bambini, di almeno 350 persone e oltre 156mila sfollati.

Al momento in cui scriviamo si contano almeno 20 morti di colera e oltre 270 contagi. Già dalla fine di gennaio erano stati diagnosticati casi sottovalutati di diarrea acuta. L’ammissione dell’epidemia è arrivata giovedì scorso, dopo 12 morti. Solo un’analisi attenta dei laboratori ha confermato il colera che nel solo distretto di Ibo ha ucciso 13 persone.

Vibrione del colera (Vibrio cholerae)

Anastacia Lidimba, direttrice provinciale della Salute, ha affermato che l’epidemia è iniziata sulle isole di fronte al Parco nazionale delle Quirimbas. Le isole sono state luogo di rifugio, in pessime situazioni igieniche, per migliaia di persone fuggite dalle violenze dei gruppi armati jihadisti sulla terraferma. Un contesto estremamente critico è quello nelle isole Matemo e Congo.

Lidimba ha confermato che nei distretti colpiti sono stati istituiti centri di trattamento del colera. Squadre di professionisti della salute sono già presenti con i farmaci necessari per far fronte alla malattia.

Vaccinazione orale contro il colera a Cabo Delgado

Secondo l’agenzia portoghese LUSA, i servizi sanitari della provincia conducono campagne di sensibilizzare e distribuiscono depuratori d’acqua per ridurre l’impatto dell’epidemia.

L’ultima epidemia di colera nel Paese lusofono è stata registrata nella provincia di Sofala nel marzo scorso a causa del ciclone Idai, con 1500 casi. Per fermare la diffusione della malattia l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS-WHO) e Unicef avevano fatto arrivare 900mila dosi di vaccino orale.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
@sand_pin

Crediti foto:
– Vibrione del colera
Di Tom Kirn, Ron Taylor, Louisa Howard – Dartmouth Electron Microscope Facility – http://remf.dartmouth.edu/imagesindex.html, Pubblico dominio, Collegamento

 

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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