Sandro Pintus
Firenze, 17 febbraio 2020
Il 13 febbraio, per l’Uganda, non è stato un giorno fortunato: dopo aver divorato le coltivazioni del Kenya le cavallette hanno deciso di pasteggiare lì. Un evento atteso per il quale il governo ugandese era preparato da tempo ma quando succede la preparazione non è mai adeguata alla vicenda.
La visita indesiderata è arrivata nel primo pomeriggio con uno sciame stimato in 40 milioni di ortotteri famelici, atterrati nel distretto di Nakapiripirit. La “merenda” delle locuste del deserto (Schistocerca gregaria), è durata circa un’ora. Al loro passaggio è rimasta una landa desolata. A distanza di due ore è arrivato un secondo sciame in un’area vicina. E ne seguiranno altri.
La FAO, l’Agenzia ONU per l’agricoltura e l’alimentazione, ha chiesto uno stanziamento di 76milioni di dollari USA. Ne ha raccolti 23 milione e finora attraverso il Africa Solidarity Trust Fund (ASTF), ne è stato assegnato un milione. Ogni sciame di locuste misura 2.400kmq. Secondo l’Agenzia ONU, in un giorno, una tale quantità di insetti divora cibo equivalente al nutrimento di 35mila persone. Per il momento le cavallette non si sono dirette nel sud del Paese. È l’area delle coltivazioni di caffè, thè, riso e fagioli, colture strategiche per l’alimentazione e l’economia ugandese.
Il governo dell’ex protettorato britannico ha stanziato 4,5 milioni di dollari USA per combattere la vorace invasione. In attesa della disinfestare aerea, ha messo in campo l’esercito per annientare le locuste via terra. Quando i militari sono arrivati sul luogo infestato le locuste erano già volate verso il distretto di Kitgum, 300km a nord ovest. Intanto il governo ugandese si prepara a fermare l’orda famelica con 36mila litri di pesticidi.
L’invasione delle cavallette in Uganda segue quella dei altri Paesi dell’Africa orientale: Kenya, Etiopia, Somalia ed Eritrea. Ma anche la Tanzania ha intercettato sciami nelle zone di confine settentrionali vicino al monte Kilimangiaro dove ha utilizzato gli insetticidi con tre aerei.
Però il peggio non è ancora arrivato perché tra marzo e aprile ci sarà la seconda mandata, quella delle uova deposte durante la prima invasione. La FAO, in un rapporto, ha avvertito che le locuste si stanno riproducendo nel Corno d’Africa. Si prevede che i Paesi colpiti nella prossima orda di ortotteri, per la seconda volta in poche settimane, saranno Etiopia, Somalia e Kenya.
Peter Munya, segretario del gabinetto dell’Agricoltura del Kenya ha confermato che quando si schiudono le uova inizierà la disinfestazione delle ninfe. A questo punto ecco un altro problema, più grave e duraturo dell’invasione delle insaziabili cavallette.
L’allarme arriva dal dr. Micheal Kaziro, veterinario del distretto di Amudat (Uganda). Denuncia la mancanza di test sugli insetticidi e in questo modo conferma anche le affermazioni di Hans-Jorg Ferenz, scienziato dell’Università di Halle in Germania. “L’irrorazione aerea di questi prodotti è pericolosa e contamina i pascoli. Con questo sistema avremo contaminato il terreno, il bestiame, il latte e la carne che mangiamo”.
“Non dimentichiamo che questa regione, per il 90 per cento, ha un’economia pastorale. Dovrebbe essere effettuata una disinfestazione selettiva”. – ha ricordato Kaziro al quotidiano ugandese Daily Monitor. “Anche l’apicoltura è una nostra attività economica. Diminuirà la produzione di miele perché a causa degli insetticidi moriranno le api. La dieta della nostra gente dipende anche dal miele per questa ragione non abbiamo molti casi di malnutrizione infantile come in altri distretti”.
Il primo sciame ha superato la frontiera del Sud Sudan. La FAO conferma che ha toccato la contea di Magwi nel sud-est dal distretto di Lamwocon. Se trova una situazione climatica favorevole le locuste potrebbero aumentare del 500 per cento. E poi, se non saranno sterminate le larve ci sarà una seconda ondata di cavallette del deserto. In tutta l’Africa orientale saranno a rischio carestia 20milioni di persone che vivono già in una situazione di emergenza alimentare.
(ultimo aggiornamento: 18 febbraio 2020 ore 15:05)
Sandro Pintus
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