15 febbraio 2020
L’organizzazione terrorista stato islamico (EI) ha rivendicato l’attentato kamikaze del 9 febbraio scorso contro la base militare algerina Bordj Badji Mokhtar, nel sud del Paese. Durante l’attacco sono morti un militare e l’attentatore, che ha fatto brillare la sua cintura imbottita di esplosivo mentre il giovane soldato cercava di impedirgli di entrare nella base, che dista oltre 1.700 chilometri da Algeri. L’attentato e la sua dinamica sono stati confermati dal ministero della Difesa.
In una dichiarazione condivisa sui suoi canali di Telegram, EI ha affermato: “Il fratello martire ha fatto esplodere la sua vettura in mezzo alla base, causando decine di morti e feriti, è andata distrutta un gran mole di materiale militare e provocato ingenti danni”.
L’ultimo attacco suicida contro le forze algerine risale al 31 agosto 2017. Allora morirono 2 poliziotti. Tale attentato era stato rivendicato da EI.
Fino a qualche anno l’organizzazione terrorista Al-Qaida au Maghreb islamique (AQMI) era ben presente in Algeria, in particolare nel sud, poi non si è più sentito parlare di loro nella regione. Ora, invece, sembra che EI abbia addirittura creato una nuova cellula nell’area tra Timiaouine e Tinzaouten, composta da una cinquantina di miliziani stranieri, arrivati dalla vicina Libia. Si vocifera che alcuni elementi sarebbero stati reclutati nelle fila di “Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani” (formazione armata attiva nel Sahel e alla quale hanno aderito 5 organizzazioni terroriste, fondata nel marzo 2017), dove si sarebbero verificati dissensi interni.
Secondo alcune fonti l’attentato alla base militare di domenica scorsa potrebbe essere stato organizzato per rappresaglia perché qualche mese fa l’esercito algerino, durante un’azione anti-terrorista vicino alla frontiera con il Mali, ha ucciso Aboubacar ould Abidine, uno dei capi di EI della regione.
Al momento attuale è difficile prevedere quali siano le reali intenzioni dei terroristi presenti in Algeria. Il fatto di domenica scorsa potrebbe essere anche un “semplice avvertimento” al nuovo governo del Paese, perché non si impicci nelle crisi attualmente in atto sia in Libia che nel Sahel.
Africa ExPress
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