Africa ExPress
11 febbraio 2020
Al termine di una conferenza in svolgimento a Juba, la capitale del Sud Sudan, tra le autorità di Khartoum e i movimenti ribelli del Sudan, un delegato del governo sudanese, Mohamed Hassan Altaishi, ha annunciato questo pomeriggio, che i responsabili di crimini contro l’umanità e di crimini di guerra commessi nel Darfur potranno essere consegnati alla Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aia (Paesi Bassi).
Il nome di Omar Al Bashir, l’ex presidente destituito con un colpo di Stato lo scorso aprile e su cui pende un mandato d’arresto internazionale spiccato da CPI già nel 2009, finora non è stato fatto in modo esplicito. Ma alcuni funzionari governativi hanno fatto sapere alle agenzie di stampa che Al Bashir e altri sospettati di terribili crimini durante la guerra nel Darfur saranno messi a disposizione della Corte dell’Aia.
Durante il sanguinoso conflitto nel Darfur sono state uccise oltre 300.000 persone, altre 2.5 milioni hanno lasciato le loro case, per non parlare delle violenze che hanno dovuto subire le donne di quella regione, in particolare dai sanguinari janjaweed, diavoli a cavallo” (come li chiamava la popolazione): bruciavano i villaggi, stupravano le donne, uccidevano gli uomini e rapivano i bambini per renderli schiavi.
Non si sa quando l’ordine diventerà effettivo e finora CPI non ha rilasciato commenti in merito.
Lo scorso dicembre l’anziano ex dittatore è stato condannato da un Tribunale di Khartoum a due anni di detenzione da scontare in un riformatorio statale. Ma Al Bashir è tutt’ora indagato in Sudan per l’uccisione di manifestanti e il suo ruolo nel colpo di Stato del 1989 che lo aveva portato al potere. Allora, come colonnello dell’esercito sudanese, aveva guidato un gruppo di ufficiali in un incruento colpo di Stato militare che ha rimosso il governo del primo ministro Sadiq al-Mahdi.
Recentemente il governo di transizione del Sudan ha iniziato a dialogare con i gruppi ribelli per ristabilire la pace in tutto il Paese. In un primo momento l’attuale amministrazione di Khartoum voleva lasciare la questione Al-Bashir–CPI a un governo eletto democraticamente. Quello attuale di transizione dovrebbe restare in carica per poco più di 3 anni. Si mormora che il governo abbia dovuto fare concessioni in tal senso perchè in caso contrario c’era il forte rischio che le trattative con i ribelli si sarebbero arenate.
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