Sandro Pintus
Firenze, 31 gennaio 2020
L’Ufficio ONU per gli affari umanitari conferma che l’enorme numero di locuste che stanno invadendo l’area dell’Africa orientale è dovuta ai cambiamenti climatici. Hanno portato a condizioni meteorologiche estreme, inclusi cicloni e piogge insolitamente intense, che sono causa dell’esplosione delle popolazioni di cavallette.
Ricordiamo i cicloni Idai e Kenneth che hanno colpito pesantemente Mozambico, Zimbabwe e Malawi tra marzo e aprile 2019. Due eventi estremi nell’arco di sei settimane. Se le misure di controllo non aumentano rapidamente, la prossima stagione delle piogge porterà ad un aumento degli sciami locuste.
Nel frattempo in Kenya si cerca di arginare i danni chimicamente, con insetticidi. Quattro aerei stanno spargendo 20mila litri di insetticida sugli sciami presenti sui suoi territori invasi dalle fameliche cavallette.
All’Università di Halle, in Germania, gli scienziati stanno sperimentando i feromoni che potrebbero modificare il comportamento di accoppiamento delle locuste. Hans-Jorg Ferenz è uno di questi ricercatori. Nel documentario “Return of the Plagues – Locusts” (Ritorno delle Piaghe – Locuste) di Johannes Backes e Christiane von Schwind, parla dei danni causati dagli insetticidi.
“I veleni utilizzati per uccidere le locuste hanno una controindicazione: attaccano tutti gli insetti”- spiega Ferenz. “Gli insetticidi vengono quindi assorbiti dai potenziali predatori, come gli uccelli ed altri, che muoiono o ne vengono gravemente colpiti. In questo modo il veleno danneggia seriamente tutto l’ecosistema”.
Ma mentre si cerca di arginare uno sciame di 96 miliardi di locuste, l’immensa nuvola distruttiva si sta dirigendo verso l’Uganda e il Sud Sudan. Se le locuste non vengono fermate prima i maggiori danni saranno quelli del Sud Sudan. Qui, attualmente, la malnutrizione colpisce tra il 40 e il 60 per cento della popolazione.
L’attacco delle cavallette e la distruzione dei raccolti porterà alla fame la maggioranza delle famiglie sudsudanesi. Ma il vero disastro sarà quando, a marzo, con la fine della stagione delle piogge, la popolazione delle locuste potrebbe aumentare del 500 per cento. Allora sarà una situazione catastrofica e ingestibile.
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Sandro Pintus
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