26 gennaio 2020
Finora sarebbero 31 le persone morte e almeno 15 quelle disperse dopo le piogge torrenziali che si sono abbattute nel nord-ovest del Madagascar, in particolare nei distretti di Mitsinjo e Maevatanana.
Nello Stato insulare, uno tra i più poveri di tutta l’Africa, molto strade sono attualmente impraticabili e molti villaggi e comunità sono isolate; vicino alla città di Tanambe è crollata una diga e tutti i territori nel raggio di diversi chilometri sono ora completamente allagati. Le strade nazionali 4 e 6, che collegano il nord-ovest al resto del Paese, sono chiuse e nel distretto di Port-Bergé, 700 metri di carreggiata sono stati letteralmente stati ingoiati dalle acque.
L’Ufficio Nazionale per la Gestione dei Rischi e delle Catastrofi (BNGRC) ha lanciato anche un’allerta rischio insicurezza alimentare e malnutrizione, dovute proprio alle inondazioni delle aree agricole e dei terreni adibiti alla coltivazione di riso. In alcune località l’interruzione della distribuzione di beni di prima necessità a fatto rimbalzare i prezzi alle stelle.
Solo pochi giorni fa l’Unione Europea ha stanziato un fondo di 22,8 milioni di euro per aiuti umanitari nell’Africa meridionale. Tra i beneficiari, oltre a Zimbabwe, Zambia, Eswatini e Lesotho, figura anche il Madagascar.
Secondo il primo ministro, Christian Ntsay, la cattive condizioni meteorologiche hanno costretto oltre 100.000 persone a lasciare le loro case. E il portavoce del governo, la signora Lalatiana Andriatongarivo, ha lanciato un appello a personaggi di rilievo malgasci e partner internazionali, chiedendo aiuti umanitari e sostegno per la ricostruzione delle aree colpite. L’opposizione ha chiesto al Capo dello Stato di dichiarare lo stato di disastro naturale.
Nella ex colonia francese la stagione delle piogge dura generalmente da ottobre a aprile. I cambiamenti climatici, il riscaldamento globale hanno aumentato il rischio di piogge torrenziali, in quanto l’atmosfera trattiene una grande quantità di acqua e dunque il regime delle precipitazioni non è più regolare come in passato.
Il giovane presidente dello Stato insulare, Andry Rajoelina, si è recato personalmente nelle zone disastrate e a Mahajamba, nella regione di Boeny, dove ha anche diretto personalmente un’operazione di salvataggio venerdì scorso.
Africa ExPress
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