Bernhard Esau, ex ministro della Pesca della Namibia sospettato di corruzione
Sandro Pintus
Firenze, 23 gennaio 2020
“Tutto il mondo è paese”, dice il proverbio, e, in ogni luogo del mondo, quando girano tanti soldi la corruzione è sempre dietro l’angolo. Questa volta ne ha fatto le spese la multinazionale ittica islandese Samherji, accusata di corruzione in Namibia ed evasione fiscale.
Lo scandalo è venuto a galla da documenti Wikileaks attraverso un’indagine di giornalismo investigativo islandese di Kveikur, in collaborazione con Stundin e Al Jazeera Investigations. Una serie di servizi trasmessi da RUV, la maggiore emittente televisiva islandese, hanno scosso come un terremoto la tranquilla Islanda. L’onda d’urto è arrivata, come uno tsunami fino in Namibia, uno dei meno popolati, pacifici e poveri Stati africani.
Nella corruzione, secondo Al Jazeera, sono coinvolti politici ad altissimo livello. Tra questi gli ex ministri della Pesca, Bernhard Esau e della Giustizia Sacky Shangala. E poi funzionari d’alto rango del Paese africano con i personaggi ad essi collegati. Le cifre che riguardano la corruzione si avvicinano all’equivalente di 11mln di euro. Quelle dell’evasione fiscale per svariate decine di milioni di euro.
Il protagonista della vicenda, a sua insaputa, è lo sgombro, saporito e nutriente pesce azzurro del quale è ricchissimo l’oceano Atlantico che bagna Namibia e Angola. La Samherji, negli ultimi anni con la pesca dello sgombro al largo della Namibia, ha realizzato notevoli profitti in Africa. E, tra il 1990 e il 2011 ha investito circa 15mln di euro in aiuti allo sviluppo del Paese africano. La maggior parte di questo denaro è andato a sostegno del settore della pesca locale.
Terminato il programma di aiuti, Samherji nonostante le restrizioni agli investimenti esteri, ha cercato di garantirsi l’accesso alle quote di pesca nel Paese africano. A questo punto sono spuntate le tangenti denunciate da Johannes Stefansson, ex dipendente che ha accusato Samherji corruzione. “Stavano rubando le risorse di un Paese africano a proprio vantaggio senza lasciare niente.” – ha dichiarato Stefansson ad Al Jazeera. Ha anche scoperchiato la pentola dell’evasione fiscale che sarebbe attorno al 67mln di euro in paradisi fiscali offshore.
“Il fine giustifica le mazzette”, aveva detto la Samherji, secondo Stefansson. Ora si è affidata a uno studio legale internazionale con sede in Norvegia. E nella sua pagina web, Eirikur S. Jahannsson, presidente del consiglio di amministrazione, scrive: “In Samherji ci impegniamo a fare affari onesti. Ci adopereremo sempre in conformità con le leggi e i regolamenti applicabili”.
Sandro Pintus
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