Lesotho: pronto a dimettersi il premier accusato dell’omicidio della moglie

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Thomas Thabane con la moglie Maesaiah

Africa ExPress
17 gennaio 2020

Il primo ministro del Lesotho, Thomas Thabane, alla fine ha ceduto alle pressioni e è pronto a dimettersi. Persino il suo partito, All Basotho Convention (ABC), ha chiesto la sua testa perché avrebbe ostacolato le investigazioni sulla morte della sua ex moglie, Lipolelo, 58 anni, uccisa a colpi di pistola alla periferia della capitale Maseru, nel giugno 2017. Il fatto è accaduto due giorni prima che l’ex marito prestasse giuramento come primo ministro.

L’omicidio della ex moglie di Thabane è tornato alla ribalta in queste settimane, grazie a una lettera di Holomo Molibeli, commissario di polizia del piccolo regno, un’enclave del Sudafrica. Il 23 dicembre scorso ha scritto al primo ministro accusandolo di aver ostacolato le indagini ma di essere addirittura implicato nella morte della moglie. Nel suo messaggio Molibeli ha sollecitato la sospensione del capo del governo. Il portavoce di Thebane, Relebohile Moyeye, ha fatto sapere che il primo ministro non ha mai ricevuto la missiva e dunque non ha potuto rispondere alle accuse.

Thomas Thabane con la moglie Maesaiah

L’ottantenne Thabane dopo soli due mesi dall’uccisone di Lipolelo – con cui era in lite per la causa di divorzio, in particolare sul ruolo di first lady – ha sposato la giovane Maesaiah, su cui pende un mandato d’arresto perché ha disubbidito all’ordine di presentarsi al commissariato d polizia. Finora la nuova consorte non è ancora accusata di omicidio, comunque risulta irreperibile.

Lipolelo Thabane, ex moglie del primo ministro, uccisa nel 2017

Il coraggioso commissario di polizia ha mostrato alla Corte alcuni documenti secondo cui il primo ministro ha cercato di rimuoverlo dal suo incarico.

Il primo governo di Thabane è stato rovesciato nel 2014 con un colpo di Stato. Allora lui si era rifugiato nel vicino Sudafrica, perché temeva per la sua incolumità. Nel 2017 si è candidato nuovamente e ha vinto. Il suo partito aveva portato a casa quarantotto seggi sugli ottanta da aggiudicare. Il suo avversario, Mosisli, ne aveva guadagnati trenta.

La piccola enclave è una monarchia parlamentare, il cui sovrano è Letsie III. Nell’Assemblea Nazionale vi sono membri elettivi di partiti riconosciuti dallo Stato, ma vi risiedono anche alti gradi militari, capi tribali e rappresentanti delle minoranze etniche.

Il Lesotho è tra i Paesi più poveri dell’Africa. Metà della popolazione su 2.125.000 abitanti vive in povertà, a causa dell’elevato tasso di disoccupazione e un’economia totalmente dipendente dal Sudafrica. Inoltre il 22,7 per cento degli adulti è affetta da infezione da HIV / AIDS.

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@africexp

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