AFRICA

Scienziati creano falsi corni di rinoceronte per combattere il bracconaggio

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 14 gennaio 2020

Per salvare i pachidermi dal rapace bracconaggio, tre scienziati hanno creato in laboratorio corni di rinoceronte fasulli. Li hanno chiamati “falsi credibili” e hanno la stessa struttura biologica di quelli veri. L’obiettivo è ingannare il mercato illegale perché i corni da laboratorio sono indistinguibili dai corni originali.

Video courtesy di Save the Rhino

Una ricerca rivoluzionaria

Il lavoro che, per il momento, potrebbe salvare il rinoceronte nero (Diceros bicornis) è stato pubblicato su Scientific Reports. Gli autori sono Z. Z. Shao, Ruixin Mi e Fritz Vollrath. Vollrath lavora al Dipartimento di Zoologia, dell’Università di Oxford insieme al collega Ruixin Mi. Shao e Mi sono del Laboratorio di Ingegneria molecolare dei polimeri della Fudan University, Shanghai.

Non tutti sanno che il corno di rinoceronte non è come quello dei bovini. Gli scienziati, nella ricerca, spiegano che è “un ciuffo di peli che cresce sul naso dell’animale, stretto e incollato insieme da essudati delle ghiandole sebacee”.

Il “falso credibile”

Da questa osservazione è nata l’idea di creare il “falso credibile” in laboratorio. “Offriamo un sostituto economico per il corno di rinoceronte fabbricato dal pelo della coda del suo parente vicino, il cavallo domestico”,  spiegano nella ricerca.

Il composto delle ghiandole sebacee del rinoceronte che tiene “incollati” i peli viene sostituito da proteine della seta e il gioco è fatto. Quindi questo materiale viene modellato facilmente in un corno di crini di cavallo. L’oggetto creato in laboratorio, una volta lucidato, anche nella sua microstruttura diventa sorprendentemente simile nella sensazione e nell’aspetto a un vero corno di rinoceronte.

Primo piano di rinoceronte nero, è stato creato un corno in laboratorio di questa specie

La polvere ritenuta “magica”

La “sfortuna” del rinoceronte sta nel fatto che nella medicina cinese si crede che la polvere del suo corno sia il medicinale potentissimo, una sorta di polvere “magica”. Viene utilizzata per la cura del cancro, è considerata un poderoso afrodisiaco, un elisir di lunga vita e un febbrifugo per bambini. Eppure è noto che il corno sia composto da cheratina, proteina fibrosa di unghie e peli, che scientificamente non ha alcuna efficacia terapeutica.

La richiesta di corni di rinoceronte ha portato il loro prezzo a cifre folli che superano persino il prezzo dell’oro e della cocaina: 86mila euro al chilo. Il mercato maggiore continua ad essere quello cinese ma il Vietnam è diventato il mercato di maggiore interesse a causa delle leggi permissive.

La discutibile caccia vietnamita

Un report dell’ong Traffic “Executive Summary of The South Africa–Viet Nam Rhino Horn Trade Nexus” racconta dei rapporti tra Sudafrica e Vietnam riguardo ai rinoceronti. Secondo l’indagine si stima che, dal 2003, i cacciatori vietnamiti abbiano pagato oltre 20milioni di euro per cacciare rinoceronti in Sudafrica.

Ma la condotta dei cacciatori vietnamiti è diventata discutibile mettendo in dubbio la loro correttezza. La direzione dell’Associazione dei cacciatori professionisti del Sudafrica (PHASA), nel 2009, ha avvertito i suoi membri di evitare i clienti vietnamiti. Le ragioni erano “gli abusi e della discutibile legalità della loro caccia”. Nell’aprile 2012 il Dipartimento per gli affari ambientali del Sudafrica (DEA) ha sospeso il rilascio di permessi di caccia ai cacciatori vietnamiti.

Areale del rinoceronte nero

Fine dei traffici illeciti o ampliamento del mercato?

Riuscirà questo “falso credibile” a eliminare il bracconaggio che sta portando le cinque specie di rinoceronte all’estinzione? I tre scienziati sono fiduciosi che la quantità di corni creati in laboratorio avrà la capacità di invadere il mercato e diminuire il bracconaggio. Molti sono scettici e c’è il pericolo che invece contribuisca a ingigantire un mercato già in grande espansione.

Più difficile processare i trafficanti di corni di rinoceronte

“Se la polizia cattura un trafficante di veri corni di rinoceronte potrebbe avere difficoltà” – ha affermato Cathy Dean, ad di Save the Rhino, alla CNN. “La difesa potrebbe dire che il presunto colpevole pensava di portare corni di crine di cavallo. Ciò renderebbe l’intero processo giudiziario estremamente difficile”.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
@sand_pin

Crediti foto:
-Primo piano del rinoceronte nero
Di Matthew Field http://www.mattfield.comOpera propria, CC BY 2.5, Collegamento

– Areale del rinoceronte nero
Di Edoarado – Base map derived from File:BlankMap-Africa.svg. Distribution data from File:Black Rhinoceros area.png, CC0, Collegamento

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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