Sandro Pintus
Firenze, 8 gennaio 2020
Un probabile gruppo jihadista, con armi da fuoco e machete, ha attaccato un minibus con venti persone a bordo e lo ha dato alle fiamme. Secondo i testimoni molti dei passeggeri sono morti bruciati vivi all’interno del mezzo. Tra questi, due bambini. I fuggitivi sono stati massacrati a colpi di machete.
La furia omicida dei terroristi si è accanita anche contro un bambino che è stato decapitato mentre scappava. Alcuni testimoni raccontano che anche un uomo è stato decapitato davanti alla moglie e ai figli. Non si conosce ancora in numero esatto dei morti ma sono almeno dieci e sette sono i sopravvissuti. La strage è stata confermata dalla polizia del distretto di Macomia.
L’agguato, il primo del 2020, è del 3 gennaio a Cabo Delgado, nell’estremo nord del Mozambico, distretto di Macomia, tra Palma e Pemba. Dal mese di ottobre 2017, la provincia di Cabo Delgado è sotto attacco di cellule jihadiste che però solo due volte hanno rivendicato le loro azioni. Una di queste come Stato Islamico Secondo uno studio dell’Università Eduardo Mondlane di Maputo, commissionato dal presidente mozambicano Filipe Nyusi, si tratta di una trentina di cellule.
Fino ad ora nemmeno i 200 mercenari russi sono riusciti a fermare gli attacchi jihadisti di Cabo Delgado. Richiesti da Filipe Nyusi al presidente russo Vladimir Putin, i contractor del Gruppo Wagner sono presenti nell’area dallo scorso settembre. Negli ultimi dodici mesi si contano almeno 120 assalti attribuiti ad Al Sunna wa-Jama’s, chiamati dalla popolazione al Shebab. Hanno causato oltre 320 morti tra i quali almeno sette russi in due attacchi di ottobre scorso.
Secondo The Indian Ocean Newsletters il presidente mozambicano Nyusi vuole cercare di risolvere la crisi del jihadismo a Cabo Delgado senza interferenze dell’Unione Africana (UA). Intende evitare l’invio delle truppe UA accusate di pesanti violenze nei Paesi nei quali sono intervenute.
Preferisce un maggiore controllo dei confini con i Paesi vicini e ha preso contatti con Tanzania, Malawi, Zambia e Sudafrica. Dagli incontri, per il momento non c’è ancora alcuna soluzione congiunta. Solo la Tanzania annunciato l’aumento dei controlli della frontiera con Cabo Delgado.
La preoccupazione di Filipe Nyusi è la protezione degli immensi giacimenti di rubini di Montepuez e quelli di gas naturale (GNL) offshore di Palma. Mentre la produzione di rubini frutta montagne di dollari e, purtroppo, un alto livello di corruzione, la produzione di gas dovrebbe iniziare nel 2022. Tesori da salvare a tutti i costi per il futuro del Mozambico.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Dalla Nostra Corrispondente di Moda Luisa Espanet Novembre 2024 In genere succede il contrario, sono…
Dal Nostro Corrispondente di Cose Militari Antonio Mazzeo 20 novembre 2024 Nuovo affare miliardario della…
Speciale per Africa ExPress Costantino Muscau 19 novembre 2024 "Un diplomatico francese sta rubando i…
Speciale Per Africa ExPress Eugenia Montse* 18 novembre 2024 Cosa sapeva degli attacchi del 7…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 18 novembre 2024 Un tribunale di Pretoria ha…
Speciale per Africa ExPress Sandro Pintus 17 novembre 2024 Continua in Mozambico il braccio di…