23 novembre 2019
Chi non ha mai sognato di passare una vacanza alle Seychelles, costituite da un arcipelago che comprende 115 isole nell’Oceano Indiano, a 1500 chilometri a est delle coste dell’Africa orientale. Uno Stato insulare con immense distese di sabbia bianca, natura incontaminata, come l’Atollo corallino di Aldabra, che è il secondo più grande al mondo e patrimonio mondiale dell’UNESCO. Grand Terre, Malabar, Picard e Polymnie, sono 4 grandi isole che fanno parte dell’enorme barriera corallina che racchiude la laguna, l’habitat naturale delle tartarughe giganti e dei rari granchi del cocco.
Questo paradiso terrestre, visitato ogni anno da oltre 360.000 turisti, è abitato solamente da 95.600 persone, eppure il 10 per cento della popolazione attiva fa regolarmente uso di droghe pesanti, come l’eroina. Secondo l’Agenzia per la Prevenzione di Abuso di Droghe e il Reinserimento sociale (APDAR) delle Seychelles, lo Stato insulare soffre del più alto tasso di dipendenza da eroina al mondo.
Generalmente i giovani iniziano con il consumo sporadico di cannabis per poi passare al fumo di eroina e, una volta sviluppata una certa tolleranza a questa droga, occorrono sempre maggiori quantità. Le persone che fumano eroina spesso hanno le dita delle mani e le mani sporche di nero. Queste macchie sono causate dalla carta stagnola quando la si riscalda.
La droga deve fare un lungo tragitto prima di giungere a destinazione. Il più delle volte proviene dall’Afghanistan, via l’Africa dell’est. Lo Stato insulare proprio per il fatto che comprende 115 isole, ha frontiere assai permeabili e difficilmente controllabili. La scarsa sorveglianza inoltre facilita l’entrata della droga nel Paese.
Piuttosto che intentare una “guerra contro gli stupefacenti”, che criminalizzerebbe gran parte della popolazione, il capo dell’agenzia antri-droga ha optato per una politica di tipo portoghese: il tossicomane viene considerato come un malato cronico e come tale viene seguito e curato.
APDAR è stata creata nel 2017 e il suo direttore, Patrick Herminie, ha detto che dallo scorso anno è stato introdotto un programma di trattamento metadonico di mantenimento (MMT).
Il drogato intossicato da tempo deve accettare il ricovero per il periodo necessario e deve esprimere la ferma volontà di volersi disintossicare. Mentre per coloro a stadio meno avanzato, il programma mette l’accento sulla riduzione dei danni provocati dall’assunzione di sostanze stupefacenti. Naturalmente le persone vengono seguite da medici e supportate da psicologi.
Attualmente sono iscritte 2000 persone nei programmi di recupero e il 68 per cento già ha trovato un lavoro rimunerato. Da quando il governo di Victoria ha adottato l’MMT, il prezzo dell’eroina è crollato notevolmente.
Le Seychelles sono state colonia francese fino al trattato di Parigi del 1814, per poi diventare formalmente possedimento britannico fino all’indipendenza ottenuta nel 1976. La composizione etnica è estremamente eterogenea. Con il passare del tempo le varie etnie si sono fuse pacificamente tra loro e oggi la stragrande maggioranza dei seychellesi ha origini miste.
Il 90 per cento della popolazione è quindi definita creola, discendente dai colonizzatori provenienti dalle colonie francesi ed i loro schiavi africani, mentre il 10 per cento è di origine europea. Le radici multietniche degli abitanti hanno saputo dar origine a una vibrante società pacifica.
Le lingue ufficiali sono il creolo, l’inglese ed il francese. Oltre l’82 per cento dei seychellesi professa la religione cattolica, il 6,4 sono anglicani, mentre gli induisti rappresentano il 2 e i musulmani l’1,1 per cento. Il reddito pro capite supera quello di alcuni Paesi europei.
Africa ExPress
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