AFRICA

Mauritius, i socialisti vincono le legislative e restano al potere

Africa ExPress
8 novembre 2019

Il partito al potere delle Mauritius, Militant Socialist Movement (MSM), secondo i primi risultati rilasciati venerdì, avrebbe vinto le elezioni legislative, aggiudicandosi ben 35 seggi sui 62 del parlamento. In tal modo ha assicurato anche al capo del governo, Pravind Kumar Jugnauth, di restare al potere per altri 5 anni.

I raggruppamenti politici all’opposizione, Labour Party e Mauritian Militant Movement (MMM) si sarebbero aggiudicati rispettivamente 15 e 10 seggi, mentre i restanti due a People of Rodrigues (OPR).

Secondo quanto riportato dalla Commissione elettorale, ieri si sarebbero recati alle urne 723.660 mauriziani, il 76,84 per cento degli aventi diritto al voto.

Pravind Kumar Jugnauth, primo ministro delle Mauritius

Durante la propaganda pre-elettorale tutti partiti avevano promesso maggiori impegni per una più equa distribuzione della ricchezza. Jugnauth, 57 anni è succeduto al padre Anerood Jugnauth, vecchia volpe della politica dello Stato insulare, che aveva rinunciato al mandato nel 2017, due anni prima della scadenza dopo aver vinto le elezioni nel 2014. E Nel corso della precedente legislatura Jugnauth (figlio) aveva già introdotto il salario minimo nel 2018 per migliorare le condizioni di vita di molti mauriziani delle classi più disagiate.

Per il prossimo anno il Paese prevede di incrementare la sua economia, basata per lo più sul turismo e servizi finanziari, del 4,1 per cento di fronte al 3,8 per cento previsto per quest’anno. Il Paese è considerato una dei più sicuri paradisi fiscali sia per le società sia i patrimoni individuali.

La Repubblica di Mauritius si trova nell’Oceano indiano, a cinquecentocinquanta chilometri a est del Madagascar. Oltre all’isola principale Mauritius, comprende anche le Agalega, Cargados Carajos e Rodrigues. Recentemente ha anche rivendicato l’arcipelago di Chagos, che comprende ben 55 isole. Secondo le autorità mauriziane, nel 1965 il Paese sarebbe stato costretto da Londra a cederlo alla Gran Bretagna. In cambio della sovranità britannica sulle Chagos, Mauritius nel 1968 avrebbe ottenuto l’indipendenza. Qualche mese fa Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, che emesso il suo parere consultivo, ha invitato la Gran Bretagna a restituire le isole alle Mauritius.

Mauritius non ha una lingua ufficiale; quella maggiormente parlata è il creolo mauriziano, basato sul francese, con influssi sudafricani, inglesi e indiani, mentre gli atti parlamentari vengono redatti in inglese, essendo stata una ex colonia britannica. Solo il quattro per cento della popolazione è francofona.

Non esiste nemmeno una religione di Stato, quella più praticata è l’induismo. Questo perché il settanta per cento della popolazione è di origine indiana, pronipoti di immigrati portati dagli inglesi durante il periodo coloniale.

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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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