Cornelia I. Toelgyes
23 ottobre 2019
Gli organizzatori delle manifestazioni che stanno mettendo in ginocchio la Guinea da una settimana sono stati tutti condannati ieri da un tribunale di Conakry, che ha inflitto pene da 6 mesi a un anno di prigione ai responsabili.
I verdetti sono stati accolti nell’aula con grida “Giustizia corrotta” e Mohamed Traoré, avvocato di uno dei condannati ha commentato così le sentenze: “E’ un processo iniquo, i magistrati sono stati influenzati dall’esecutivo. In questo modo il potere vuole intimidire la popolazione. In altre parole: chi si oppone al terzo mandato del presidente Alpha Condé sarà condannato”.
Abdourahamane Sanoh, coordinatore di Fronte Nazionale per la Difesa della Costituzione (FNDC) è stato condannato a un anno di galera, mentre altri quattro responsabili a sei mesi. Gli avocati hanno annunciato che ricorreranno in appello.
Da oltre una settimana la Guinea è teatro di violente manifestazioni e contestazioni volte a ostacolare un eventuale terzo mandanto del presidente in carica Alpha Condé. Il governo sostiene che le manifestazioni sarebbero illegali e ha accusato gli organizzatori di grave turbativa dell’ordine pubblico.
Durante le proteste sono morte almeno 8 persone (10 secondo gli oppositori) e le Organizazioni per la Difesa dei diritti umani hanno denunciato un eccessivo uso della forza della polizia, arresti arbitrari e atti di reppressione per far tacere la contestazione. E François Patuel, ricercatore di Amnesty international ha precisato che nessuno può essere arrestato per aver organizzato una manifestazione pacifica. “I leader di FNDC devoo essere liberati incondizionatamente subito”, ha aggiunto il tecnico della ONG.
Anche in altre città della Guinea diversi membri di FNDC sono stati arrestati e processati. Ora la comunità internazionale, l’ONU, la Comunità Economica dell’Africa occidentale (Cédéao), gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Francia temono un escaltion delle situazione e hanno chiesto a entrambe le parti di dialogare, mentre hanno richiamato il governo guineano di rispettare la libertà di manifestare.
Alpha Condé, ormai ottantunenne, è stato eletto per la prima volta nel 2010, dopo anni di regimi autoritari. E’ stato poi rieletto nel 2015. Da mesi sono in atto consultazioni per cambiare la Costituzione, che non prevede un terzo mandato. Condé non commenta, ma non nega nemmeno che vorrebbe ricandidarsi. Ma malauguratamente in un video sfuggito alla censura, è stato ripreso il presidente con alcuni sostenitori guineani a New York. Nel filmato parla di un referendum e delle elezioni.
Il 7 ottobre FNDC, che comprende raggruppamenti politici dell’opposizione, sindacati,movimenti della società civile, ha chiesto alla popolazione di manifestare e di paralizzare l’economia del Paese.
La Guinea conta 13 milioni di abitanti, il pil pro capite supera di poco 850 dollari all’anno, malgrado le immense ricchezze: dispone tra le più importanti riserve di bauxite al mondo, giacimenti di oro e diamanti.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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