Asmara, 22 ottobre 2019
Il ministero degli Esteri del regime di Asmara ha convocato l’ambasciatore tedesco accreditato nel Paese, Gerald Wolf, per l’insistente campagna diffamatoria da parte dell’emittente tedesca Deutsche Welle (DW)
Il ministro per le Comunicazioni, Yemane Gebremeskel, in un suo post su Twitter ha scritto che il ministero degli Esteri del regime eritreo attende chiarimenti/rettifica da parte del rappresentante diplomatico tedesco per gli “spregevoli” articoli sul servizio militare/civile nel Paese.
Finora l’emittente tedesca, tanto meno il governo di Berlino non hanno rilasciato commenti in merito. Da tempo le relazioni tra i due Paesi sono piuttosto tese, proprio per le continue violazioni dei diritti umani che persistono nella ex colonia italiana.
E come dare torto alla DW? Negli ultimi mesi il regime fascista di Asmara ha confiscato ospedali e scuole alla Chiesa cattolica nel Paese. Asmara ha sempre giustificato le sue rappresaglie con l’applicazione di una normativa del 1995 che limita le attività delle istituzioni religiose.
Ha preso di mira la Chiesa cattolica ponendo i sigilli alle scuole, dove i religiosi cercano di dare un’istruzione ai figli di famiglie povere. Ma, come sempre, giovani istruiti, che hanno ricevuto un’educazione libera, volta a sviluppare uno spirito critico, non piacciono alle dittature.
Gli uomini di Isaias Afewerki, presidente del piccolo Stato del Corno d’Africa, hanno chiuso ospedali, presidi medici senza pietà, senza curarsi dello stato di salute degli ammalati, terrorizzando suore, infermieri e ammalati, chiunque osava opporsi al loro operato.
E’ evidente che la pace con l’Etiopia non ha frenato le continue violazioni dei diritti umani nella ex colonia italiana. Se ne è parlato anche durante 41esima sessione del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite, che si è svolta dal 24 giugno al 12 luglio a Ginevra. E nel suo rapporto Daniela Kravetz, inviata speciale delle Nazioni Unite per l’Eritrea, ha parlato anche delle persecuzioni religiose tutt’ora in atto nel Paese, della chiusura forzata di ospedali e cliniche cattoliche, sparsi su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle zone rurali, dove spesso erano l’unico punto di riferimento per la popolazione.
Africa ExPress
@africexp
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