Città del Messico, 14 ottobre 2019
Le autorità hanno messo una guardia nazionale a sorvegliare la salma di un migrante camerunense, annegato a largo delle coste del Messico.
Il naufragio di una piccola imbarcazione con a bordo una decina di persone si è verificato venerdì scorso nelle acque antistanti allo stato di Chiapas, confinante con il Guatemala. Durante la navigazione il natante, per cause ancora da verificare, si è inclinato verso un lato e tutti gli occupanti sono caduti in acqua.
Il corpo di un uomo di 39 anni è stato recuperato, come pure quello di un secondo, a un centinaio di metri più in là. Restano dispersi i resti di un terzo, mentre altri 8 uomini sono stati tratti in salvo. Tutti quanti provenivano dal Camerun, dove dalla fine del 2016 si consuma un violento conflitto nelle due zone autonome anglofone. Molti residenti delle province del Nord-Ovest e Sud-Ovest hanno lasciato le loro case per ricominciare una nuova vita altrove, lontana da guerra, morti, violenze e povertà.
Il Chiapas è il maggiore crocevia per migliaia di migranti che vogliono raggiungere gli Stati Uniti. I più provengono dal Centro America, ma da diversi anni simsono aggiunti gli africani, per lo più eritrei, somali e camerunensi. E’ facile per loro raggiungere con un volo di linea l’Equador o il Brasile, che concedono senza troppi intoppi i visti d’entrata.
Nel 2013 gli agenti dell’immigrazione messicana hanno avvistato per la prima volta sei africani nella zona di Tapachula, vicino al confine con il Guatemala. Negli ultimi anni ne sono arrivati a centinaia ogni giorno e chiedono alle autorità messicane di poter continuare il viaggio verso la frontiera americana.
Per sfuggire ai controlli nel sud del Messico, dove il governo da tempo ha dispiegato 6000 agenti della guardia nazionale, i migranti si spostano con imbarcazioni di fortuna.
Questa via di fuga, oltre a essere costosissima, è pericolosa quanto le altre principalmente scelte dai migranti. Una volta giunti con un volo di linea in America Latina, i giovani di origine sub sahariana si affidano ai trafficanti di esseri umani e questi spesso li costringono al contrabbando di droga mentre attraversano i vari confini.
Un giovane somalo ha raccontato di essere partito in aereo da Mogadiscio alla volta del Brasile. Poi ha attraversato ben sette Paesi, in parte con il pullman, camion, a piedi e con il barcone. Ha speso un mucchio di soldi, e quei pochi rimasti li tiene gelosamente nascosti nella biancheria intima e nei calzini, perchè capita che i migranti vengano attaccati, picchiati e derubati da bande criminali locali. Ora attende da mesi in Messico, in prossimità del confine per poter entrare negli USA.
Africa ExPress
@africexp
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