Costantino Muscau
Milano, 8 ottobre 2019
Pochi, ma buoni. Piccoli, ma grandi. Che cosa sono due medaglie d’oro dell’Uganda di fronte al gigantismo atletico degli Usa (25 ori) e del Kenya (5)?
Eppure anche gli atleti di questo paradiso all’Equatore hanno toccato il cielo nella 17° edizione dei Campionati mondiali di Atletica conclusesi domenica scorsa 6 ottobre a Doha (Qatar).
L’Africa, come al solito, ha brillato, nelle gare di fondo e mezzofondo, grazie ai runners keniani, etiopi, o altri figli del continente nero “adottati” in Italia, Germania, Olanda, Regno Unito, Bahrain…
La maratona femminile, ad esempio, è stata conquistata il primo giorno dei mondiali da una keniana, Ruth Chepngetich, davanti ad altri 4 africani; i 5 mila metri dall’etiope Muktar Edris…e via dicendo
L’Uganda, però, nelle notti torride del Qatar, ha sorpreso il mondo dell’atletica (il 30 settembre) prima con Halimah Nakaai, 25 anni, sugli 800 metri femminili. E sei giorni dopo, nell’ultima serata di gara al Khalifa Stadium, ha stupito nei 10mila metri con la straordinaria performance di un emaciato poliziotto laureato in lingue, Joshua Kiprui Cheptege, 23 anni. Joshua è secondo di 9 figli ed è nato e cresciuto nel distretto orientale di Kapchorwa, area natale anche di Stephen Kiprotich, medaglia d’oro alla maratona alle Olimpiadi di Londra del 2012.
In soli 5 anni – ha scritto un quotidiano ugandese – Joshua ha percorso una luminosa traiettoria che altri atleti non hanno coperto in un’intera carriera. A 18 anni era già stato campione mondiale juniores a Eugen, negli Usa, in una corsa in cui aveva doppiato i concorrenti.
A Doha ha regalato la prima medaglia d’oro in assoluto a livello maschile all’Uganda (e 70 mila dollari a se stesso) in 26’48”36, davanti all’etiope Yomif Kejelcha (26’49”34) e al keniano Rhonex Kipruto (26’50”32). Ben 6 atleti sono scesi sotto la magica barriera dei 27 minuti in una gara super veloce conclusasi quasi sul filo di lana dopo un appassionante duello con l’etiope Kejelcha. Cheptegei in questo modo ha coronato una strepitosa stagione nella quale ha vinto anche il titolo mondiale di corsa campestre di Ahrus (Danimarca) e la finale della Diamond League sui 5000 metri a Zurigo. Ai mondiali di 2 anni fa ottenne l’argento alle spalle di Mo Farah a Londra “ma stavolta non potevo sbagliare”, ha commentato. E più che un eroe per l’Uganda è diventato un monumento.
E’ giusto ricordare, però, che nei 10 mila metri di Doha l’unico “europeo” fra i primi 8 è stato un certo Yeman Crippa, italiano di… Etiopia, 23 anni, poliziotto delle Fiamme Oro. E’ stato adottato da una coppia di trentini, che lo hanno portato via da un orfanotrofio di Addis Abeba, dopo la morte dei genitori vittime della guerra civile e delle malattie.
Con lui vennero portati in salvo 3 fratelli e due cugini. I genitori adottivi, Roberto e Luisa, per accoglierli tutti, da Milano, dove vivevano, si trasferirono in una grande casa di un piccolo borgo, Montagne, nelle Valli Giudicarie. Con il suo ottavo posto, Yeman ha battuto il primato italiano di Salvatore Antibo che resisteva da oltre 30 anni. A suo modo ha meritato una medaglia d’oro e ha confermato che buon sangue (africano) non mente.
Costantino Muscau
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