Franco Nofori
23 settembre 2019
Il disastro si è verificato poco prima delle sette di questa mattina proprio mentre i piccoli scolari stavano affluendo in classe. C’è stato uno schianto è subito dopo l’intero edificio è completamente collassato riducendosi in una montagna di macerie. Sette bambini sono purtroppo morti sul colpo e altri dodici, di cui due gravi, sono rimasti feriti, insieme a un totale di sessantaquattro persone che lamentano varie lesioni causate dall’evento. La Precious Talent Top School (scuola per i talenti più preziosi) è un istituto privato in località Dagoretti, nei pressi dell’ippodromo cittadino, che dispone anche di un asilo infantile. Si trattava di una struttura elevata a due piani fuori terra e in gran parte realizzata in legno. Dalle prime dichiarazioni rilasciate dai superstiti, sembra che a cedere sia stato il piano superiore che è improvvisamente crollato seppellendo chi si trovava in quello inferiore.
Secondo il direttore della scuola, Moses Ndirangu, l’instabilità dell’edificio, sarebbe stata compromessa dall’effettuazione di vicini scavi per la rete fognaria, ma stando al giudizio dell’architetto Alfred Omenya, giunto sul posto, si è invece trattato di un disastro da tempo annunciato. “Fondazioni insufficienti, pareti troppo sottili e pesanti travi in cemento armato posti sul tetto – ha detto Omenya – sono la causa di questa disgrazia”. Pare, infatti, che la scuola, senza aver prima rinforzato le strutture esistenti, avesse iniziato a porvi sopra travi e lastre di cemento armato con l’intento di creare un piano aggiuntivo. Il ministro per l’istruzione, George Magoha ha assicurato ai parenti delle vittime che i colpevoli della disgrazia saranno individuati e colpiti con il necessario rigore. “Piango con voi per quanto accaduto – ha detto – e me ne assumo l’intera responsabilità”.
Espressioni di vuota e lacrimevole retorica che pare abbiano fatto ben poco effetto sui cittadini, ormai abituati da molti decenni a vedere dozzine e dozzine di scandali sempre insabbiati e con i colpevoli inpuniti. “A noi non interessa che qualcuno si assuma la responsabilità – ha detto una delle persone presenti sul luogo del disastro – noi vogliamo vedere dimissioni, arresti e condanne penali a carico dei responsabili”. La folla si è anche lamentata del tardivo intervento dei mezzi di soccorso, rigettando la giustificazione che questi, non avevano potuto accedere rapidamente al luogo del disastro, causa la folla che impediva loro il passaggio. La frequenza gratuita all’istruzione dell’obbligo, introdotta nel 2003 dal governo, ha fatto si che le scuole statali siano sovraffollate, rendendo impossibile per gli insegnanti, seguire in modo adeguato tutti gli allievi che sono spesso costretti a dividere lo stesso banco in tre e più.
Questa situazione ha fatto fiorire una miriade di scuole private, le quali, dai genitori che possono permetterselo, sono giudicate di livello superiore nei confronti di quelle pubbliche. Solo negli ultimi cinque anni, il numero delle scuole private in Kenya si è raddoppiato raggiungendo poco meno di diciotto mila strutture. In realtà, come questa tragedia ha dimostrato, non tutte queste scuole, garantiscono la sicurezza dei ragazzi che le frequentano, ma la scarsa professionalità di molti improvvisati costruttori, ha anche la sua parte di responsabilità in questi eventi. Il crollo di edifici pubblici e residenziali, in Kenya, non è una novità e colpisce dolorosamente la popolazione con una frequenza intollerabile. Da molti anni, le autorità preposte annunciano di avere allo studio piani rigorosi per far rispettare gli standard edili che la legge, ereditata dalle norme britanniche, già prevede. Il fatto è che incompetenza, lassismo e soprattutto corruzione, ne impediscono l’osservanza.
Franco Nofori
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