Ucciso in Congo-K il capo dei ribelli Hutu ruandesi accusato di aver partecipato al genocidio del 1994

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Truppe delle Forze armate della Repubblica Democratica del Congo

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 19 settembre 2019

Il comandante e leader del gruppo ribelle formato essenzialmente da miliziani Hutu, Forces démocratiques de libération du Rwanda (FDLR), Sylvestre Mudacumura sarebbe stato ucciso durante la notte tra martedì e mercoledì a Rutshuru nel provincia del Nord-Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo.

Truppe delle Forze armate della Repubblica Democratica del Congo

Il portavoce delle forze amate congolesi, Léon-Richard Kasonga, ha raccontato che l’esercito della ex colonia belga avrebbe neutralizzato definitivamente Mudacumura. E, secondo Kasonga, la sua uccisione rappresenta anche un segnale forte per gli altri gruppi armati attivi nell’area.

Sul sanguinario ribelle e su alcuni suoi fedelissimi pende un mandato d’arresto internazionale, spiccato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja perchè accusati di aver partecipato attivamente al genocidio e al massacro dei tutsi e degli hutu moderati nel 1994. I miliziani di FDLR non sono più operativi in Ruanda dal 2001, hanno spostato il loro campo d’azione nell’est del Congo-K, dove da anni commettono atrocità indescrivibili contro la popolazione civile nelle aree sotto il loro controllo. Sono tacciati di reclutare con la forza bambini-soldato, di saccheggiare i villaggi e di finanziare le loro attività criminali grazie al traffico illecito di oro e legno pregiato.

Mudacumura è stato il comandante supremo di FDRL e oggi i suoi miliziani sono disseminati nel Nord e nel Sud-Kivu e nella provincia del Katanga. Il gruppo è stato formato  dagli hutu ruandesi che si sono rifugiati nell’est del Congo-K dopo il genocidio in Ruanda, dove, secondo l’ONU sarebbero state ammazzate oltre 800 mila persone in cento giorni

Nelle province del Nord e Sud-Kivu, secondo un rapporto pubblicato lo scorso agosto da Human Rights Watch (HRW) e Groupe d’étude sur le Congo (GEC), tra il 2017-2019 sarebbero state uccise oltre 1900 persone. Queste zone sono tra le più pericolose di tutto il pianeta a causa degli innumerevoli gruppi armati (si parla di oltre 130) che rendono insicuro ogni angolo di queste province.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

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