Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 18 settembre 2019
Un austero costituzionalista oppure un uomo d’affari attualmente in galera sarà il prossimo presidente della Tunisia. Due outsider, Kaïs Saïed, che ha ottenuto il 18,4 per cento delle preferenze e Nabil Karoui, che ha raccolto il 15,58 percento dei voti, andranno al ballottaggio il prossimo 29 settembre. Abdelfattah Mourou, candidato del partito islamista moderato Ennahdha, si è fermato al terzo posto con il 10,73.
I dati ufficiali sono stati comunicati nel pomeriggio del 17 settembre da Instance Supérieure Indépendante pour les Élections (Alta Autorità indipendente per le elezioni, l’agenzia governativa incaricata di organizzare e supervisionare le elezioni e i referendum in Tunisia).
Domenica scorsa 7 milioni di tunisini sono stati chiamati alle urne dopo la morte del novantaduenne presidente Mohamed Beji Caid Essebsi. La partecipazione alla tornata elettorale è stata del 45 percento, secondo i dati rilasciati da ISIE. Al primo turno si sono presentati ben 26 candidati. La tornata elettorale si è svolta in un clima di profonda crisi economica e sociale. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 15 per cento, tra loro anche molti giovani diplomati.
Austerità, il continuo aumento dei prezzi, dovuto all’inflazione galoppante, hanno fatto perdere la fiducia nei partiti tradizionali, ai politici al potere dopo la rivoluzione del 2011. Con il risultato di ieri i tunisini hanno lanciato un messaggio chiaro: “Preferiamo avviarci verso un futuro ignoto, piuttosto che tendere nuovamente la mano a chi ha tradito le nostre speranze”.
Nabil Karoui, patron di Nessma tv, principale rete privata del Paese, fondatore e presidente del partito Qalb Tounes (Al cuore della Tunisia) è stato arrestato lo scorso 23 agosto in piena campagna elettorale, con pesanti accuse: riciclaggio e frode fiscale. Sin dall’inizio della sua candidatura, il controverso uomo d’affari era stato dato come uno dei favoriti. L’ISIE aveva autorizzato Karoui a restare in lizza alla tornata elettorale malgrado il suo arresto, in quanto indagato e non condannato.
Ora la commissione elettorale sta investigando su eventuali infrazioni durante la propaganda elettorale, anche sull’emittente Nessma, che ha messo in onda a tamburo battente il programma e le immagini di Karoui. La macchina mediatica ha certamente contribuito al successo del magnate, che, per altro, da oltre tre anni viaggia in lungo e largo in tutto il Paese, distribuendo viveri e incontrando le classi più disagiate.
L’indipendente Kaïs Saïed è un professore universitario conservatore. Si è espresso più volte contrario all’abolizione della pena di morte e sulla parità nell’eredità uomo-donna per gli eredi di primo grado. E’ in favore della decentralizzazione del potere e durante un’intervista rilasciata a Agence France Presse ha affermato: “Il potere centrale non può risolvere la miseria. Io non vendo programmi, questo spetta ai cittadini; sono loro che devono fare grandi cose per superare la povertà”. Il professore si rivolge sopratutto ai giovani e chiede la loro collaborazione attiva: idee innovative e progetti devono venire dal basso.
Sono sempre di più i giovani tunisini che cercano di lasciare il loro Paese per fuggire dalla miseria. Quasi giornalmente imbarcazioni di fortuna raggiungono le coste siciliane, Lampedusa. Ieri è affondato nuovamente un peschereccio al largo delle coste tunisine di El Aouabed (Sfax). La guardia costiera della ex colonia francese ha recuperato finora 8 cadaveri, si teme che ci siano altre vittime. Da una prima ricostruzione dei fatti sembra che sull’imbarcazione viaggiassero 25 persone e 9 sarebbero stati salvati e portati a Sfax.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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