Sandro Pintus
Firenze, 16 settembre 2019
“La Renamo siamo noi e siamo quelli con le armi. Se il governo non negozia con il nostro presidente non consegnamo le armi”. Sono le dichiarazioni di Joao Machava, portavoce dei “ribelli” RENAMO, scheggia impazzita del maggior partito di opposizione del Mozambico.
Dopo il terzo Accordo di Pace e la visita in Mozambico del Papa, nell’ex colonia portoghese si avvicinano le elezioni presidenziali del 15 ottobre. Le seste dal 1992, dopo la firma del primo Accordo di Pace tra FRELIMO – al potere dall’indipendenza (1975) – e RENAMO. Pare che nemmeno le parole di Papa Bergoglio, che ha invitato le parti a rispettare gli accordi, servano a fermare la sommossa interna RENAMO.
La situazione del Mozambico pre-elezioni non è tra le più rosee e sotto il cielo dell’ex colonia portoghese c’è troppa confusione. Il terzo Accordo, firmato il 6 agosto tra il presidente della repubblica Filipe Nyusi (FRELIMO) e il leader RENAMO Ossufo Momade pareva una vittoria.
Ma non per l’ala oltranzista armata RENAMO che si è autonominata Giunta militare e non si riconosce nella leadership di Momade. Il gruppo armato ha eletto invece il suo presidente: il generale Mariano Nhongo. La Giunta accusa Momade di essere stato eletto da “quelli di Maputo” mentre “loro” sono i soldati, quelli che contano.
Il generale ribelle, in un’intervista telefonica a DW, ha affermato di essere al comando di oltre 500 uomini armati. E forte di questo piccolo esercito ha dichiarato che impedirà le elezioni, fino a quando il governo non rinegozerà con loro il trattato di pace.
E minaccia con una dichiarazione di guerra: “Abbiamo uomini armati in undici basi in tutto il paese. Non riconosciamo il trattato di pace firmato da Nyusi e Momade e non riconosciamo la presidenza di Ossufo Momade. Uccideremo chiunque faccia appello alle elezioni e attaccheremo chiunque inizi a fare campagna elettorale”.
Al generale Nhongo risponde José Manteigas, portavoce Renamo: “Il nostro un partito politico ufficialmente registrato. È rappresentato dal suo presidente Ossufo Momade che è stato eletto a larga maggioranza in un congresso legittimo”.
Ma il problema è reale e deve essere risolto perché oltre al fronte jihadista, aperto a Cabo Delgado, estremo nord del Paese, dall’ottobre 2017, ora se ne apre un altro. Nella provincia di Sofala, nel Centro del Paese, area considerata un feudo RENAMO.
(1 – continua)
Sandro Pintus
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