Costantino Muscau
Milano, 11 settembre 2019
Battere un Masai si dice che non sia facile. Superarne due dovrebbe essere ancor più complicato. Se poi i due Masai sono…sorelle, si entra nella leggenda!
E così è stato per Brigid Jepscheschir Kosgei, la corridora keniana dalla vita segreta.
Con una delle prestazioni più strabilianti nella storia della corsa su strada femminile, Brigid Jepscheschir Kosgei, 25 anni, ha disputato la mezza maratona (21.0975 km) più veloce di tutti i tempi: 1 ora, 4 minuti e 28 secondi.
Lo ha fatto domenica 8 settembre alla “ SimplyHealth Great North Run”, che dal 1981 si svolge nel Regno Unito tra Newcastle upon Tyne e South Shields. È la mezza maratona più celebre e più “affollata” del pianeta con circa 57 mila partecipanti.
Un evento mondiale.
Brigid non solo ha impiegato oltre un minuto in meno del record stabilito nel 2014 dalla connazionale Mary Keitany, stavolta giunta quarta, ma ha dato più di 3 minuti di distacco alle fortissime sorelle Magdalyne Masai, 25 anni, (1:07.36) e Linet Masai, 29 anni, (1:07.44), classificatesi al secondo e terzo posto.
Ecco perché il quotidiano “Daily Nation” ha titolato: “Brigid ha fatto la storia”.
Stupore e meraviglia in tutto il mondo dell’atletica ha, in effetti, suscitato questa impresa sportiva, anche se essa non è omologabile come record mondiale. Questo perché la mezza maratona di Newcastle non soddisfa i requisiti previsti dal regolamento della IAAF (l’Associazione internazionale delle federazioni di atletica): esso prevede un tracciato di 21 metri di pendenza negativa, mentre in Inghilterra il dislivello era di 32 metri. Inoltre la distanza non deve essere percorsa “point -to-point”, cioè sempre nella stessa direzione. Il record ufficiale (1:04:51) appartiene alla connazionale Joyciline Jepkosgei, che lo ha stabilito alla “Valencia Half Marathon” nel 2017.
Il risultato di domenica è comunque eccezionale.
E anche un po’ italiano, dato che la Kosgei corre nel team del celebre medico Gabriele Rosa, di cui abbiamo parlato altre volte su Africa ExPress e la cui società Rosa&Associati gestisce oltre 200 atleti di alto livello (secondo quanto afferma nel suo sito).
Nonostante la mancata convalida, questa di Newcastle è pur sempre una performance di altissimo livello, che arriva dopo che Brigid è stata, nell’aprile scorso, la più giovane vincitrice della maratona di Londra con record personale di 2:18:20.
Nella sua fresca carriera ha corso la distanza di Filippide per 10 volte ed è giunta prima in sei occasioni.
Questo per dire che la Kosgei non è una meteora improvvisamente comparsa nel firmamento delle grandi corse: prima di Londra, si era affermata due volte a Honolulu, una volta a Milano e a Chicago, dove scenderà nuovamente in strada per la maratona del 13 ottobre.
In attesa di esibirsi sul palcoscenico dei mondiali di Doha (Qatar), in programma dal 27 settembre al 6 ottobre.
Eppure di questa “domatrice delle sorelle Masai” si conosce pochissimo. (A differenza delle Masai, appartenenti a una famiglia dove corrono tutti, dal padre , allo zio, a quattro dei 10 figli e di cui si sa tutto!).
Brigid ha rinchiuso la sua vita privata dentro una fortezza inespugnabile. Perfino il sito “gossipigist.com” ha alzato bandiera bianca nel tentativo di scoprire se ha fratelli, sorelle, fidanzato e perfino il nome dei genitori, il livello di istruzione e i dollari guadagnati in tre anni di carriera (che non sono pochi). L’unico domicilio conosciuto è Kapsait nella contea (detta dei campioni) Elgeyo Marakwet, in Kenya, dove ha sede il centro di preparazione quasi monastico creato 20 anni fa dalla Rosa &Associati.
A Kapsait, Brigid si sottopone a duri allenamenti guidata da Erick Kymaiyo, già dominatore dei 42 km di Honolulu nel 1996 e nel 1997.
In questa località della Rift Valley, dove si addestrano e si allevano i campioni della corsa, un istruttore della Fidel, Maurizio Lorenzini e runner a sua volta, ha avuto modo di conoscere personalmente Brigid Kosgei,nel febbraio 2018.
”È uno scricciolo di poco più di 40 chilogrammi – ha raccontato Lorenzini su podisti.net – si allenava in condizioni di vita che definire spartane sarebbe un eufemismo, in un posto dove non c’è nulla, per come comunemente si può intendere la qualità della vita. Sono quasi 3000 i metri sul livello del mare, dove gli umani faticano persino a respirare. Questa ragazza correva facilmente con gli uomini: il menu quel giorno prevedeva 18 chilometri con 700 metri di dislivello positivo, su strade sterrate.
Al termine dell’allenamento la Kosgei e tutti gli altri atleti sono andati con dei secchi a rifornirsi di acqua per la doccia, dato che non era disponibile al training camp. Ricorderò sempre questa ragazza che veniva su da un sentiero, trasportando secchi quasi più pesanti di lei. Ho avuto modo di parlarle, di farmi raccontare qualcosa della sua vita, le sue aspettative, ma anche delle non facili condizioni di vita durante gli stage (duravano in media tre mesi). Per quanto la comunicazione non fosse facile, ho inteso che viveva tutto questo con serenità, sopportando i sacrifici, consapevole che la crescita nell’atletica potrebbe cambiarle la sua vita”.
Ed è quello che è avvenuto.
Costantino Muscau
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