Sandro Pintus
Firenze, 25 agosto 2019
Nell’ex colonia portoghese è ormai emergenza sulla violenza in famiglia: i casi sono aumentati di 33 mila in un anno. Nel 2018 c’è stato un incremento inaspettato del 71 per cento. Ma il numero è in difetto, visto che molte donne non denunciano per paura di ritorsioni.
Lo ha dichiarato Nazira Abdula, ministra mozambicana della Salute, alla presentazione del “Piano di azione e risposta contro la violenza di genere 2019-2022”. “Nonostante i progressi fatti e la presa di coscienza sociale per combatterle – ha affermato la ministra – molte donne non denunciano le violenze subite”.
Una delle ragioni del silenzio è la dipendenza economica della vittima con il suo aggressore. La maggior parte degli abusi sono consumati tra le mura domestiche e il carnefice è il marito o compagno della vittima.
In Mozambico esiste la legge n. 29, varata il 29 settembre del 2009. È la normativa sulla violenza contro le donne nel contesto familiare creata per prevenire e proteggere le donne vittime e sanzionare i carnefici.
Rapporti sessuali non consenzienti; rapporti sessuali con trasmissione di malattie; violenza semplice e grave; violenza psicologica e morale; violenza patrimoniale e sociale. Sono questi i crimini puniti della legge n.29/2009 ma quelli più brutali per le vittime sono le violenze sessuali.
Nel luglio scorso le donne di uno dei quartieri della capitale, Maputo, ha organizzato la manifestazione “Unidos Contra Violência Sexual” (Uniti contro la violenza sessuale). L’iniziativa, nata nell’ambito del progetto “Maputo città sicura”, ha come scopo la sensibilizzazione riguardo alla violenza sessuale attraverso il calcio, sport tipicamente maschile.
Organizzata con l’appoggio della WLSA-Moçambique (Donne e Legge in Africa Australe) e Fondazione MASC (Meccanismo di Aiuto alla Società Civile) ha avuto grande successo. Con tanti applausi, sul campo sportivo, si sono affrontate quattro squadre locali per quattro sabati consecutivi.
Quando si dice che lo sport fa meglio della diplomazia e, in questo caso, della legge.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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