Sandro Pintus
Firenze, 25 luglio 2019
Si chiama Maria Alice Mabota. È la prima donna della storia dell’ex colonia portoghese che si candida alla presidenza della repubblica alle elezioni che si terranno il prossimo 15 ottobre. Competizione elettorale nella quale l’attuale presidente, Filipe Nyusi, si presenta per il secondo mandato.
“So di essere piccola e che dovrò affrontare ciottoli, pietre e massi” – ha dichiarato in una conferenza stampa. “Il desiderio di cambiare il corso del paese, di rimetterlo sulla via del progresso è molto più forte e non mi permette di arrendermi”.
Bisogna dire che la signora Mabota ha un grande coraggio. Infatti, sfida il FRELIMO (Frente de Libertaçao de Moçambique), partito già filosovietico che ha lottato, e ottenuto, l’indipendenza del Mozambico.
Un monolite di granito, al potere dal 1975, che negli ultimi anni ha ceduto alla corruzione vedendo coinvolti politici ai livelli più alti. Tra questi anche Manuel Chang, ex ministro delle Finanze, attualmente detenuto in Sudafrica, accusato per uno scandalo da 1,9mld di euro.
La neo candidata sfida anche il maggior partito di opposizione, RENAMO (Resistencia National Moçambicana), oggi in parlamento. Prima di diventare un partito, per quasi due decenni è stato protagonista della guerriglia armata antigovernativa finanziata dal Sudafrica dell’apartheid e dagli USA.
Alice Mabota, alle presidenziali mozambicane si presenta con la Coalizione per l’Alleanza Democratica (CAD) composta da sei partiti che attualmente sono all’opposizione. Ha fondato la Lega per i diritti umani del Mozambico e ne è stata la prima presidente per più di due decenni.
Dei diritti umani ne fa una bandiera del suo programma elettorale. “Il Paese sta andando indietro in termini dello stato di diritto” ha affermato. Lo confermano le restrizioni dello scorso anno alla libertà di stampa indipendente varate lo scorso 22 agosto. Un bavaglio subdolo, pochi mesi prima delle elezioni amministrative, che impone tasse di licenza e rinnovo annuale elevatissime alle testate libere.
Anche i freelance mozambicani che collaborano per le testate straniere sono costretti a pagare allo stato delle tasse salate per poter lavorare. Mentre alla stampa viene impedito di indagare sul terrorismo jihadista a Cabo Delgado, nel nord del Paese.
La sfida di Maria Alice Mabota e del CAD allo strapotere del FRELIMO al governo da 44 anni potrebbe cambiare molte cose.
Sandro Pintus
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