Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
Milano, 20 luglio 2019
La festa appena cominciata è già finita.
La delusione per il Senegal calcistico è stata atroce. “Corriamo per le strade e mettiamoci a ballare.. E coi secchi di vernice coloriamo tutti i muri, case vicoli e palazzi…” I festeggiamenti a Dakar e in molte altre parti del Senegal erano cominciati già prima… della festa. Sembrava che una indimenticabile canzone di Riccardo Cocciante avesse preso corpo. La gente sulle vie cantava e ballava, dipingeva i muri di verde giallo e rosso, i colori nazionali, il tam tam dei tamburi era assordante.
Ma la festa non c’è stata a Dakar e dintorni. C’è stata, invece, e sfrenata ad Algeri, Costantina e Parigi.
Le regine del calcio sono le Volpi del Deserto.
La nazionale di calcio algerina ha conquistato la 32° Coppa delle Nazioni Africane. Ieri notte, allo stadio Internazionale del Cairo davanti a 74 mila spettatori, gli uomini allenati da Djamel Belmadi, 43 anni, ex calciatore francese naturalizzato algerino, hanno piegato i Leoni della Teranga del Senegal: 1-0 è stato il risultato finale.
Autore del gol che incorona l’Algeria, per la seconda volta dopo 29 anni sovrana del mondo pallonaro continentale, è stato Baghdad Bounedjah, 27 anni, attaccante del Al-Sadd Sports Club, una squadra di Doha (Qatar). Per la verità a mettere materialmente la palla in rete è stato Salif Sanè, 28 anni, difensore dello Schalke 04 (Germania) deviando un tiro di Bounedjah. Dopo appena due minuti.
“Vittoria o non vittoria abbiamo già vinto per il solo fatto di essere arrivati in finale”, dicevano in tanti. La popolazione aveva già, per così dire, perso la testa, dopo il successo sulla Tunisia il 14 luglio nello stadio 30 giugno de Il Cairo davanti a poco più di 9 mila spettatori. Una vittoria sofferta, rocambolesca, incredibile: prima da entrambe le parte è stato sbagliato un calcio di rigore; poi il tunisino Dylan Bron all’11° minuto del primo tempo supplementare si è visto arrivare sulla faccia il pallone respinto dal suo portiere che è rimpallato nella porta vuota. I Leoni (verdi) del Taranga non avevano mai vinto una Coppa d’Africa e addirittura avevano dovuto aspettare 17 anni per tornare in Finale. Nel 2002, in Mali, erano stati sconfitti ai rigori dal Camerun. L’ultimo a tirare l’ultimo rigore e a sbagliarlo fu proprio l’uomo che oggi ha portato in finale il Senegal: Aliou Cissé. Quest’anno hanno sfiorato ancora il trionfo con una squadra i cui 23 componenti giocano tutti all’estero: 8 in Francia, 4 in Turchia, 3 in Italia e nel Regno Unito, 2 in Spagna, 1 in Grecia, Germania e in Belgio.
La partita di ieri notte lascia molto amaro in bocca. Hanno giocato meglio degli avversari, ma le Volpi algerine, tra falli e ostruzionismi, sono stati più astuti. Per giunta ai Leoni della Taranga è mancato un pilastro difensivo quale il napoletano Kalidou Koulibaly, squalificato, in tribuna a mangiarsi le unghie. Tanto più dopo un rigore concesso e poi negato.
L’Algeria era tornata in finale a distanza di 29 anni: nell’ormai lontano 1990, infatti, vinse, giocando in casa, la Coppa d’Africa.
Era giunta alla finale di ieri notte dopo aver piegato la Nigeria al termine di un incontro non meno strambo di quello fra Senegal e Tunisia, giocato, sempre il 14 luglio, allo stadio Internazionale del Cairo davanti a quasi 50 mila persone: prima uno sfortunato autogol di Troost-Ekong, poi il pareggio su rigore di Ighalo, quindi nei minuti di recupero, al 95’, Riya Mahrez, il fuoriclasse del Manchester City su calcio piazzato ha deciso il match.
E’ curioso il pallone: Le Volpi algerine si erano scontrate con i Leoni della Taranga il 27 giugno scorso, durante il torneo eliminatorio, nel girone C, e l’avevano spuntata per 1-0 (con rete di Youcef Belaili). Le due nazionali si sono ritrovati ieri notte per la 23° volta nella loro storia a partire dal I maggio 1977 (come ha ricordato l’altro giorno JeuneAfrique). Il bilancio era favorevole agli algerini con 13 vittorie, 5 pareggi 4 sconfitte. E la statistica ancora una volta ha dato loro ragione. I senegalesi devono accontentarsi della medaglia d’argento per la seconda volta. E a Dakar la lunga notte è stata nera più del nero. Non resta che riprovare fra 2 anni in Camerun. Cantava sempre Cocciante: “Splendi sole domattina come non hai fatto ancora”.
Costantino Muscau
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