Sandro Pintus
Firenze, 13 giugno 2019
“I soldati del Califfato sono stati in grado di respingere un attacco dell’esercito crociato del Mozambico nel villaggio di Metubi, nell’area di Mocimboa”. Recita così il comunicato, firmato come Stato Islamico, dai jihadisti mozambicani che seminano terrore nel Nord del Paese dall’ottobre 2017.
“I mujaheddin si sono scontrati con loro causando morti e feriti” – continua la dichiarazione – “e hanno preso come bottino armi, munizioni e razzi”. La notizia però non è stata confermata dalle Forze armate mozambicane dislocate da oltre un anno a Cabo Delgado.
La notizia, diffusa dall’AFP, conferma un’evoluzione del terrorismo islamico nell’ex colonia portoghese. È la prima volta che viene rilasciata una dichiarazione firmata, dall’inizio delle azioni terroristiche nella provincia di Cabo Delgado, nell’estremo Nord del Paese.
Il comunicato indica l’affiliazione e un pericoloso salto jihadista non solo per la firma ma anche perché diramato in occasione della fine del Ramadan.
La comunità islamica di Cabo Delgado ha immediatamente preso le distanze dalla proclamazione espressa dal gruppo terrorista. Nel gennaio 2018 un video confuso, in portoghese, mostrava cinque persone a viso coperto armate di kalashnikov che inneggiavano a un governo di Allah.
Dall’inizio degli attacchi del 2017, i primi dei quali contro due stazioni di polizia, sono state ammazzate oltre duecento persone. Gli assalti vengono fatti soprattutto contro inermi civili che lavorano nei campi e residenti in villaggi isolati che poi vendono dati alle fiamme. Tra le vittime anche donne e bambini, molti dei quali sgozzati o decapitati.
I responsabili, vengono chiamati dalla popolazione al Shabaab ma, secondo uno studio dell’Università Eduardo Mondlane di Maputo, appartengono al gruppo Ahlu Sunnah Wa-Jamma.
L’indagine, richiesta direttamente dal presidente Filipe Nyusi, è stata realizzata da João Pereira e Salvador Forquilha con l’aiuto del religioso islamico Saide Habibe.
Secondo Habibe si tratta di persone imbevute di propaganda impostata sul recupero dei valori tradizionali islamici ma che niente conoscono della tradizione dell’islam.
Con bassissima scolarizzazione sono ispirati dell’imam keniota Aboud Rogo Mohammed, ucciso in Kenya nel 2012 e vengono addestrati, nella Regione dei Grandi Laghi.
Il gruppo terroristico – composto da cellule sparse al confine con la Tanzania – si finanzia attraverso il contrabbando di avorio, rubini e legno pregiato.
La crescente ondata di violenza di Cabo Delgato suscita allarme anche per il lavoro che svolgono ENI ed ExxonMobil nei ricchi giacimenti di gas naturale.
Il sabotaggio e l’interruzione dello sfruttamento di questi ricchissimi giacimenti di idrocarburi sarebbe un’enorme perdita per lo sviluppo e per il futuro del Mozambico.
Sandro Pintus
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