Khartoum: i janjaweed attaccano i manifestanti, almeno 30 morti e cento feriti

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Militari sudanesi sgomberano il sit in dei manifestanti a Khartoum

Africa ExPress
Khartoum, 3 giugno 2019

Questa mattina le forze di sicurezza sudanesi hanno disperso a colpi di mitra sparati ad altezza d’uomo  i manifestanti, accampati dal 6 aprile in sit-in permanente davanti al quartier generale dell’esercito. Secondo un comunicato del comitato dei medici, le vittime sarebbero almeno trenta e un centinaio i feriti.

Alle prime ore del mattino i militari dell’esercito e le forze paramiliatri di Rapid Support Forces (gli ex janjaweed, il cui comandante è Mohammad Hamdan Daglo, detto Hametti, che attualmente è pure vicepresidente del Consiglio militare di transizione) sono scesi nelle strade, terrorizzando e assalendo i civili, che dimostravano pacificamente, anzi stavano ancora dormendo all’addiaccio. Secondo fonti non ufficiali l’ordine di sgombero è arrivato dal governo militare di transizione, presieduto da Abdel Fattah Al-Burhane. Già nei giorni precedenti avevano chiesto ai dimostranti di lasciare strade e  piazze.

“Stanno sparando da tutti le parti – ha raccontato al telefono uno degli stringer di Africa ExPress che abita nel quartiere di Manshiya a Khartoum – . Senti il rumore. Avvicino il cellulare ala finestre”. Attraverso la connessione si sono sentite chiaramente raffiche di mitra.

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Dopo i fatti di questa mattina, poche ore fa Freedom and Change, alleanza che comprende Sudanese Professional Association e alcuni partiti all’opposizione, ha fatto sapere di aver interrotto qualsiasi contatto, con le forze armate con cui si stava trattando la costituzione di un governo di transizione ad ampia partecipazione L’attuale governo militare di transizione aveva rovesciato l’ex dittatore Omar al Bashir l’11 aprile 2019.

Chamseddine Kabbashi, portavoce del governo di transizione, in un intervista rilasciata all’emittente televisiva Sky News Arabia, con base negli Emirati Arabi Uniti, ha voluto precisare che i manifestanti non sarebbero stati dispersi con la forza. “Le tende sono ancora là, i giovani possono circolare liberamente”, ha sottolineato Kabbashi.

Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione Africana ha fermamente condannato le violenze scoppiate questa mattina  e ha chiesto che venga avviata immediatamente un’indagine per far luce sui numerosi morti e feriti.

Africa ExPress
@africexp

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