Libreville, 2 giugno 2019
Sparito in Gabon un ingente quantitativo di kevazingo, un legno pregiato di cui è vietata l’esportazione. Alcuni cinesi e gabonesi sarebbero già stati fermati, mentre sarebbe stato spiccato un mandato d’arresto per l’imprenditore cinese François Wu della società 3C, che si presume sia il cervello della banda di contrabbandieri, soprannominato dalla stampa locale kévazingogate. Da un po’ di mesi la gli investigatori sospettavano che nel Paese qualcuno esportasse illegalmente partite di legno che è vietato commercializzare.
Dopo lunghe inchieste, a febbraio il governo del Gabon aveva sequestrato nel porto di Owendo, a Libreville, la capitale del Paese, 353 container di kevazingo per un valore commerciale di sette milioni di euro: in totale cinquemila tonnellate di legno, stoccate in due depositi di proprietà di società cinesi. Una parte del tronchi era già stato caricato su diversi container, certificati dal ministero delle Acque e Foreste come okoumé, non soggetto a divieto di esportazione.
A metà maggio le autorità del Gabon avevano sospeso diversi alti funzionari del ministero Acque e Foreste e, preoccupato, il presidente in persona, Ali Bongo Ondimba, aveva convocato d’urgenza il ministro della giustizia, Edgard Anicet Mboumbou Miyakou e il procuratore della Repubblica, Olivier Nzahou per far luce sulla vicenda.
Nzahou ha subito confermato l’implicazione di diversi funzionari delle dogane e del dicastero Acque e Foreste, ma ha precisato che sarebbero stati ritrovati 200 dei 353 container scomparsi.
Radio France International ha intervistato ieri Wu, che ha lasciato il Gabon prima che scoppiasse lo scandalo e naturalmente si dichiara innocente. Il cinese ha riferito ai reporter di RFI di aver lavorato per la 3C, ma non come responsabile, bensì come esperto, consulente giuridico e traduttore. “Il procuratore ritiene che io sia il cervello di questo affare, ma il mio nome o la mia firma non appaiono da nessuna parte. Inoltre nulla di ciò che è stato dichiarato finora corrisponde alla verità. Basta verificare. Settantatré dei duecento container ritrovati in Gabon si trovano alla Sotrasgab (società marittima gabonese, ndr) e posso confermare e garantire che lì dentro non si trova nemmeno una scheggia di kevazingo. Basta verificare e far eseguire una perizia”.
Il kevazingo (nome scientifico Guibourtia tessmannii) è un legno raro, millenario, mitico e prezioso. L’albero può raggiungere oltre trenta metri di altezza, mentre il suo tronco può arrivare fino a due metri di diametro; cresce nelle foreste pluviali dell’Africa centrale e è a minaccia d’estinzione; per questo motivo è vietata l’esportazione. Eppure viene venduto a peso d’oro in Asia per la realizzazione di portoni per i templi, tavolini da thé e tavoli per riunioni.
Il settore forestale è uno dei pilastri dell’economia del Gabon, Paese ricoperto per l’ottanta per cento di boschi.
Africa ExPress
@africexp
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