Il treno Nairobi-Mombasa, orgoglio del Kenya, registra pesanti perdite a ogni viaggio

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Il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, plaude al passaggio del primo convoglio portacontainer

Speciale Per Africa Express
Franco Nofori
1° giugno 2019

La SGR, la nuova ferrovia Nairobi-Mombasa, a gestione afro-cinese, doveva raggiungere il break even point (pareggio finanziario) entro i primi due anni d’esercizio ma oggi, a diciotto mesi di distanza dalla sua inaugurazione, il treno che aveva fatto vibrare d’orgoglio il cuore keniano, sembra voler trasformare queste attese in un’altra delle tante voragini finanziarie che ormai da qualche tempo colpiscono il denaro dei contribuenti. La nuova ferrovia doveva alleggerire la congestione del porto di Mombasa e offrire un veloce, sicuro ed economico mezzo di trasporto, che in meno di cinque ore portasse i passeggeri dalla capitale alla seconda città del Kenya e viceversa, ma così non è stato e il governo si trova costretto a chiedere al partner asiatico un altro prestito per ridurre il disavanzo di gestione.

Il vagone ristorante del “Madaraka Express” il nuovo treno che collega Nairobi a Mombasa

La settimana scorsa il governo ha dovuto declassare la previsione delle entrate lorde per il secondo anno d’esercizio, dai precedenti 90 milioni di euro a soli 50 milioni di euro, realizzando così una dolorosa flessione superiore al 40 per cento, ma neppure nell’anno precedente si poteva parlare di profitto, perché a fronte di un incasso loro di 90 milioni di euro, i costi di gestione sono stati di 106 milioni di euro. Tutto questo, senza voler considerare che il Kenya, pur registrando queste perdite, dovrà comunque far fronte alle rate di ammortamento del debito contratto con la Cina per il progetto SGR e neppure si può sperare in un nuovo incremento delle entrate, la cui fonte principale era costituita dal traffico portuale di Mombasa, perché Il numero di container trasportati dalla nuova ferrovia, sono già molto vicini a massimo potenziale che il servizio può offrire. (Fonte: Kenya National Bureau of Statistics)

Il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, plaude al passaggio del primo convoglio porta container diretto a Nairobi dal porto di Mombasa

In sostanza, ogni volta che un treno, partito da Nairobi arriva a Mombasa, il contribuente sa che si è realizzata una perdita che, in qualche modo, lui sarà tenuto a pagare. Vi sono poi alcune decisioni che è oggettivamente difficile ascrivere a una comune logica di sana gestione. Stabilito che l’introito maggiore è dato dai container prelevati dal porto di Mombasa, sarebbe stato lecito attendersi un incremento dei vagoni cargo per trasportarli, invece, la SGR ha stupito tutti decidendo di eliminarne undici dai 214 in servizio. O siamo di fronte a una mossa di raffinata strategia manageriale, i cui obiettivi restano oscuri al volgo, o c’è da mettere in dubbio la sanità mentale di chi partorisce simili trovate.

Il nuovo scalo ferroviaro realizzato al porto di Mombasa per il trasporto container

Intanto il governo del Kenya, come prima azione per affrontare l’emergenza, ha chiesto alla Cina un ulteriore prestito di oltre tre miliardi di euro. Un altro debito che, se accordato, non servirà a fini produttivi, ma coprirà le perdite della SGR e sarà anche utilizzato per ripagare un precedente debito con lo stesso percipiente. Si tratterà, insomma, di imboccare una strada sicura verso la bancarotta, ma la Cina acconsentirà a finanziare nuovamente il suo partner africano? E’ molto probabile che lo farà perché il suo obiettivo non è tanto quello di recuperare quanto erogato, ma di mettere le mani sulle più importanti imprese nazionali del Paese, tra queste, proprio il porto di Mombasa, sul quale il gigante asiatico ha già messo i rapaci occhi da tempo.

Franco Nofori
franco.kronos1@gmail.com
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