Africa ExPress
Banjul, 29 maggio 2019
Otto ex militari sono stati condannati dalla corte marziale gambiana per aver complottato contro l’attuale presidente, Adama Barrow nel 2017. Gli accusati avrebbero sostenuto il predecessore di Barrowe, Yahya Jammeh, attualmente in esilio in Guinea Equatoriale.
Jammeh, che è stato al potere per oltre ventidue anni nell’ex colonia britannica, un’enclave anglofona all’interno del Senegal francofono, ha perso le elezioni alla fine del 2016. Ha dovuto lasciare il Paese nel gennaio 2017 sotto le pressioni della comunità internazionale e solo dopo aver svuotato le casse del governo.
Ovviamente i cospiratori si sono dichiarati non colpevoli, ma sono stati ritenuti ugualmente rei di ben di nove capi accusatori, tra gli altri, tradimento, cospirazione per aver detenuto ex ministri e ufficiali militari, per aver attaccato le forze internazionali, intervenuti in Gambia per ristabilire l’ordine nel Paese dopo la partenza dell’ex dittatore. L’Economic Community of West African States (ECOWAS), era intervenuta in Gambia all’inizio del 2017 con l’Operazione “Restore Democracy”.
Sette dei militari sono stati condannati a nove anni di detenzione, mentre l’ottavo a tre. Tutti erano rimasti in contatti con Jammeh via whatsapp, che, pur essendo in esilio, dettava ordini come e dove attaccare le truppe nelle zone ancora leali al dittatore. Come, per esempio, la regione natale dell’ex presidente Yahya Jammeh.
Gruppi per la difesa dei diritti umani e l’attuale governo hanno affermato che durante il regime di Jammeh siano stati calpestati i diritti fondamentali civili e umani e inoltre hanno accusato il tiranno di frode, addebiti che l’ancien regime nega categoricamente.
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