Giorgio Maggioni
Antananarivo, 21 maggio 2019
Il cambio di guardia al vertice dell’ufficio anti corruzione del Madagascar sta provocando un terremoto. La nuova dirigenza ha reso pubblici numerosi dossier che gettano luce su reati che riguardano importanti personalità del mondo politico e economico malgascio.
Negli ultimi giorni due notizie sono state riportate in prima pagina sui giornali locali: l’inchiesta contro il personale dell’ambasciata a Washington, in particolare per quanto concerne l’ex ambasciatore Zina Andrianarivelo, e l’indagine contro settantanove deputati, oltre la metà degli onorevoli dell’Assemblea nazionale.
L’ex rappresentante diplomatico di Antananarivo, accreditato a Washington e all’ONU per ben quindici anni è sotto inchiesta per malversazione.
Un’inchiesta dell’FBI del 2011 ha stabilito che la vendita dello stabile dell’ambasciata malgascia a Washington, fruttò dodici milioni di dollari ma ne furono dichiarati solo otto. Quattro milioni sparirono nel nulla. L’indagine, inoltre, aveva portato anche alla chiusura del conto bancario dell’ambasciata stessa da parte dell’autorità giudiziaria USA. A questo episodio si erano poi aggiunte investigazioni sull’uso improprio del parco macchine della rappresentanza malgascia e su contratti di lavoro fittizi di personale che non ha mai lavorato alle dipendenze della delegazione di Washington.
L’ambasciatore Zina Andrianarivelo è già stato silurato lo scorso anno dal Consiglio dei ministri di Antananarivo. Ma era sopravvissuto per ben quindici anni alle dipendenze di quattro diversi regimi diversi.
L’ufficio indipendente anti-corruzione sta inoltre indagando su settantanove deputati, accusati di aver ricevuto ingenti somme di denaro per votare in favore di un progetto di revisione della legge elettorale. Il fatto risale al 2018, poco prima delle elezioni. Se le accuse dovessero essere confermate, gli onorevoli rischiano da due a cinque anni di galera. I loro nomi però sono stati tenuti segreti e neppure la stampa locale ha osato pubblicarli.
Il direttore dell’Ufficio anti-corruzione malgascio, Jean-Louis Andriamifidy, sta indagando su diversi personaggi del mondo politico e finanziario del Paese. La lotta contro la corruzione sta portando i suoi primi frutti, anche grazie alle pressioni della comunità internazionale.
Giorgio MaggionI
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