Franco Nofori
19 maggio 2019
Le celebrazioni pasquali coincidevano con il suo centesimo compleanno e Sheikh Osman Sharubutu, autorevole capo Imam del Ghana, ha voluto festeggiarlo in un modo davvero singolare: nel generale stupore, sia della comunità islamica, sia di quella cristiana, si è presentato presso la Chiesa Cattolica di Cristo Re, ad Accra, dove ha assistito alla messa celebrata da padre Andrew Campbell, un sacerdote di origine irlandese. Il venerando Imam, nonostante l’età avanzata, è lucidissimo, legge senza uso di lenti ed è in perfetto controllo delle proprie facoltà mentali per esprimere valutazioni e giudizi.
La professione della fede islamica, in Ghana, è minoritaria rispetto a quella cristiana e l’iniziativa dell’eclettico Imam non è piaciuta agli ambienti più ortodossi che hanno giudicato oltraggioso il fatto che un’alta autorità dell’Islam offendesse i precetti coranici, pregando insieme a degli infedeli, nel loro tempio, ma l’Imam ha subito precisato che non si è recato in quel tempio per pregare secondo il rito cattolico, ma solo per assistere al suo svolgimento come profferta di pace e di solidarietà, verso i duecentocinquanta “fratelli cristiani”, brutalmente uccisi nel recente attacco terroristico in Sri Lanka.
“Allah, vuole armonia e pace – ha detto Osman Sharubutu – che possono essere conseguite solo attraverso la reciproca tolleranza tra cristiani e islamici”. La decisione di partecipare a uno dei più significativi eventi della cristianità, ha fatto definire la sua scelta, dai media locali e internazionali, come una “vivida luce di speranza, nelle tenebre dell’incomprensione e dell’odio”. In un’intervista rilasciata alla BBC, Aremeyao Shaibu, portavoce ufficiale dell’Imam, ha detto: “Con questo gesto, il venerabile Sheikh Osman Sharubutu, ha voluto cancellare l’immagine di una religione islamica, votata al conflitto e all’intolleranza, per restituirla ai suoi valori fondanti di solidarietà, di pace e di amore”.
Questi concetti, l’Imam Sharubutu, non li limita al mero valore delle parole, ma li attua pienamente nel suo stile di vita. Il cancello della sua modesta dimora, nel povero quartiere di Fadama, alla periferia di Accra, è sempre aperto a chiunque abbia bisogno di assistenza. La sua fontanella offre liberamente acqua potabile a tutti e la sera, viene anche servito cibo gratuito a chi non ha i mezzi per procurarselo. Considerando l’istruzione, un importante strumento per l’emancipazione, morale e sociale, l’Imam Sharubuto, ha sostenuto centinaia di giovani ghanesi nei loro studi in patria e all’estero, favorendo così la creazione di una futura classe dirigente in grado di sostenere il Paese nei suoi progetti mirati alla giustizia sociale e allo sviluppo economico.
La comunità islamica del Ghana, rappresenta solo il 18 per cento dell’intera popolazione, ma non sono solo gli islamici a pregare affinché il capo Imam Sheikh Osman Sharubutu, possa vivere ancora a lungo. Per tutto il popolo ghanese, la sua figura – che ha più volte interloquito con le autorità politiche per riportare la pace là dove questa appariva a rischio – è un simbolo di pace e di stabilità nazionale che lo rende simile a un Ghandi africano. Con alcuni dissennati Imam che in varie moschee del mondo incitano i loro proseliti all’odio e allo sterminio, è naturale che ci sia apprensione su chi potrà succedere a questo venerando e saggio uomo di Allah, nel proseguire il suo stupefacente ministero.
Franco Nofori
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