Lilongwe, 9 maggio 2019
Matthew Talbot amava il suo incarico attuale, era fiero di far parte del contingente britannico dislocato in Malawi per combattere il bracconaggio. Passava il tempo libero con la popolazione locale e in breve tempo aveva appreso nozioni rudimentali della lingua locale. Domenica scorsa, durante la sua prima operazione sul campo per contrastare i bracconieri, Talbot è stato ucciso da un elefante, mentre camminava insieme alla sua pattuglia e diversi ranger nell’erba alta.
Ad un certo punto il gruppo si è imbattuto in un branco di elefanti. Uno dei pachidermi si è infuriato, perchè disturbato, e si è avventato contro Talbot, che è morto poco dopo a causa delle ferite riportate. Nessun altro dei presenti è stato aggredito o ferito.
Dallo scorso anno oltre trenta militari britannici sono impegnati nell’addestramento dei ranger di due parchi nazionali in Malawi per fermare i cacciatori di frodo. Gli animali più a rischio sono elefanti, rinoceronti e leoni.
Penny Mordaunt, segretario alla Difesa di Londra, ha voluto ricordare che Talbot ha servito il suo Paese con coraggio e professionalità e ha sottolineato che le truppe della corona sono esposte a non pochi pericoli. Cercare di proteggere le specie animali più a rischio da criminali che vogliono trarre profitto con l’uccisione di particolari esemplari della fauna selvatica.
Lo scorso febbraio il Department of Parks and Wildlife del Malawi ha fatto sapere che non avrebbe assolutamente firmato la proposta di Namibia, Sudafrica, Botswana e Zimbabwe, con la quale viene richiesto a CITES, (organo di regolamentazione internazionale) di annullare il divieto di vendita dell’avorio. Secondo i governi dei quattro Paesi in questione, il denaro ricavato potrebbe essere investito nella protezione della fauna selvatica. Il governo malawiano ritiene che l’abrogazione di tale interdizione potrebbe far incrementare la caccia di frodo in nazioni non coinvolte nel “commercio lecito”.
In Malawi la popolazione degli elefanti è scesa da quattromila esemplari a soli duemila in pochi anni e l’avorio, sequestrate da commercianti illegali, è pari a duemila tonnellate.
Africa ExPress
@africexp
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