Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 6 maggio 2019
Il cadavere della guida dei due turisti francesi scomparsi da mercoledì scorso in Benin è stato ritrovato nel parco nazionale Pendjari, poco lontano dalla frontiera con il Burkina Faso. Si rafforza quindi l’ipotesi che gli europei siano stati rapiti.
L’identificazione della salma è avvenuta grazie ai sui pantaloni. Il viso, infatti, era totalmente sfigurato e il corpo crivellato da pallottole. Dal canto loro le autorità burkinabé hanno fatto sapere che un pick-up distrutto e carbonizzato è stato scoperto ad una sessantina di chilometri dal confine con il Benin.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti sembra che il gruppo, composto appunto da due francesi – due insegnanti in vacanza per una decina di giorni nella ex colonia francese – e la loro guida beninese abbiano percorso una pista che costeggia il fiume Pendjari, confine naturale tra il Benin e il Burkina Faso e in base ai rilevamenti eseguiti, risulta che abbiano addirittura attraversato il fiume, penetrando così nel Paese vicino.
Le ricerche continuano senza sosta, ma alla luce di questi fatti si fa sempre più consistente l’ipotesi del rapimento – anche se non confermata da fonti ufficiali – da parte di gruppi jihadisti che terrorizzano il Burkina Faso da tempo e i loro attacchi non si concentrano più solamente al confine con Niger e Mali, ma si sono estese anche in altre regioni, in particolare nell’est, nelle zone confinanti con il Togo e il Benin. E proprio a marzo, per contrastare il terrorismo e per riportare l’autorità dello Stato, il governo di Ougadougou ha lanciato un’operazione militare nell’est e nel centro-est denominata Otapuanu (tradotto dalla lingua gulmacema parlata sopratutto nell’est del Burkina Faso, significa “pioggia di fuoco” o “fulmine”).
La popolazione residente è sotto choc, è la prima volta che succede un fatto così increscioso dalla creazione della riserva nazionale nel 1961.
Il parco nazionale Pendjari è situato nel Benin nord-occidentale, al confine con il parco nazionale di Arly nel vicino Burkina Faso. Si estende su 2755 chilometri quadrati e fa parte del complesso di parchi transfrontaliero denominato WAP ((W–Arly-Pendjari), una vasta area protetta al confine tra Benin, Burkina Faso e Niger. Nel 2017 sia la riserva di Pendjari che quella di Arly sono stati inseriti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, come ampliamento del sito del Parco nazionale W del Niger.
Il Pendjari è uno dei parchi più interessanti dell’Africa occidentale; le accidentate rupi e la savana boscosa dell’Atakora sono habitat di elefanti, leoni, ghepardi, leopardi, antilopi e molte specie di uccelli.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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