Sandro Pintus
Firenze, 25 aprile 2019
Non c’è tregua per il Mozambico. Dopo sei settimane dalle devastazioni di Idai, arriva il ciclone tropicale Kenneth sul nord, al confine con la Tanzania. Oltre ai forti venti da 120km/h, sono previste pesantissime precipitazioni che, nelle aree più colpite, portano fino a 300 millimetri di pioggia.
Tweet di MetOffice
Durante il suo passaggio nel piccolo arcipelago delle Comore, nel Canale del Mozambico, ha causato tre morti oltre a grande distruzione. Nel momento in cui scriviamo ha toccato il litorale di Palma e Pemba, nell’ex colonia portoghese. Una volta arrivato nell’entroterra perderà potenza ma sono previste pesanti precipitazioni che saranno causa di frane di fango e alluvioni.
Il ciclone transita nell’area dove operano ENI, ExxonMobil e Anadarko. Proprio nella zona di uno dei maggiori giacimenti di gas naturale del mondo. Si trova nell’offshore del bacino del Rovuma a circa ottanta km dalla costa di Palma, nella provincia di Cabo Delgado.
Prima dell’arrivo di Kenneth, visto il livello di pericolosità, i responsabili della gestione delle catastrofi del Mozambico hanno dichiarato l’allerta rossa. Ma il problema maggiore è il rischio di un’alluvione simile a quella causata dal ciclone Idai lo scorso 14 marzo.
Secondo fonti locali, il rischio maggiore è la quantità di pioggia che farebbe esondare i corsi d’acqua. Almeno una delle dighe è arrivata quasi alla sua piena capacità. Nella provincia di Cabo Delgado sono a rischio 700mila persone e la situazione potrebbe rendere impossibile distribuire gli aiuti a causa dell’impraticabilità delle strade.
Secondo AccuWeather, dall’era dei satelliti, è la prima volta che viene registrata la presenza di un ciclone di questo tipo nella zona di Cabo Delgado. Kenneth, nato tre giorni fa, è il primo ciclone tropicale con la forza equivalente a quella di uragano che si ricorda dai tempi moderni.
Sandro Pintus
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