Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 29 marzo 2019
Si avvicinano le elezioni in Sudafrica – previste il prossimo 8 maggio – e con esse si è scatenata una nuova ondata xenofobia nella periferia di Durban.
Oltre cento immigrati, per lo più provenienti dal Malawi, sono stati derubati di tutti i loro beni e cacciati dalle loro case, ora sono costretti a dormire all’addiaccio. Tra loro anche donne e bimbi.
Una donna è morta, dopo una rovinosa caduta dal tetto di un centro commerciale, altre due persone sono state ricoverate in grave condizioni. Scappavano, avevano paura dei residenti sudafricani del quartiere che hanno preso d’assalto diversi negozi gestiti da somali domenica scorsa. La situazione è degenerata quando alcune attività commerciali sono state saccheggiate e poi bruciate.
Il portavoce della polizia sudafricana, Thulani Zwane, ha confermato i fatti e ha aggiunto che una persona è stata uccisa. E’ stato aperto un fascicolo e le relative inchieste sarebbero in corso. Infine ha sottolineato che la polizia sta monitorando la situazione.
Miriam Mussa, un’immigrata del Malawi, è ora costretta a dormire per strada con la sua figlioletta. “Sono arrivati verso l’una di notte. Mio marito e io stavamo dormendo con la nostra piccolina. Ci hanno costretti ad uscire dall’appartamento con i soli vestiti che avevamo addosso. Poi hanno portato via tutti i nostri mobili. Ora la bambina si è ammalata”. Miriam è arrivata in Sudafrica tre anni fa in cerca di lavoro. E’ stata assunta come colf da una famiglia.
Un altro malawiano ha raccontato che gli aggressori gli avrebbero detto di essere arrabbiati e stufi della presenza degli stranieri: “Ci rubate il lavoro, siete preferiti ai locali, perché accettate impieghi umili e senza battere ciglio, tollerate orari di lavoro molto lunghi per una misera paga. Dovete tornare a casa vostra”, gli hanno intimato. Infine ha aggiunto che ora anche lui è costretto di dormire all’addiaccio, ma non si sente per nulla al sicuro, teme che si possano verificare altri attacchi xenofobi.
Fawzia Pier, vice sindaco della municipalità di Ethekwini ha visitato gli sfollati, promettendo loro una migliore sistemazione e ha specificato che una riunione con i residenti è già stata messa in agenda.
Anche in passato si sono verificati incidenti del genere, una guerra tra poveri, dovuta alla crisi economica e l’alto tasso di disoccupazione che a fine gennaio si posizionava al 27,1 per cento. Ovviamente al colpa viene attribuita in gran parte ai migranti che giungono in questo Paese in cerca di lavoro.
Gli immigrati puntano il dito sul governo. Molti candidati, pur di essere eletti o rieletti hanno messo nella loro propaganda la paura verso lo straniero e hanno promesso che avrebbero rafforzato i controlli alle frontiere per monitorare meglio il numero dei migranti intenzionati a venire nel Paese.
Ovviamente le autorità hanno negato ogni coinvolgimento politico e anche Gloria Bamusi, alto commissario del Malawi in Sudafrica, è fermamente convinta che si tratti “solamente” di atti criminali. “In Africa nessun africano è straniero”, ha specificato la signora Bamusi.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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