Africa ExPress
Ginevra, 24 marzo 2019
In questi giorni si è tenuta una nuova tavola rotonda a Ginevra per discutere del Sahara occidentale. Horst Kohler, inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, ha invitato oltre al Marocco e il Fronte Polisario anche l’Algeria e la Mauritania.
Dopo sei anni di assenza di dialogo tra le parti del conflitto in atto, un primo incontro ha avuto luogo a dicembre, sempre a Ginevra, a porte chiuse. Questa volta partecipa anche il nuovo ministro degli esteri marocchino, Nassar Bourita e il rappresentante del Polisario, oltre ai capi della diplomazia dell’Algeria e della Mauritania come Paesi osservatori.
Kohler ha dovuto ammettere che dopo due giorni di dialoghi intensi non sono stati fatti grandi passi in avanti. “Non è facile e non lo sarà nemmeno in futuro. Le delegazioni dovranno rimboccarsi le maniche e andare avanti, molte posizioni sono ancora sostanzialmente divergenti”, ha precisato l’ex presidente tedesco e infine ha aggiunto: “ Le parti hanno accettato di proseguire il dialogo”
Anche Nassar Bourita in un breve comunicato ha fatto sapere che si incontreranno nuovamente prima dell’estate.
Il Polisario chiede da tempo un referendum di autodeterminazione per il Sahara occidentale, una zona desertica di 266.000 metri quadrati, ricca di fosfati e circondata da acque pescose. Khatri Addouh, rappresentante del Polisario a Ginevra, ha insistito sulla necessità che il popolo saharawi possa esprimersi liberamente sul futuro di questo territorio. E infine ha aggiunto: “All’infuori di un referendum, organizzato e garantito dall’ONU, è praticamente impossibile che il popolo saharawi possa esternare la propria volontà”.
Bourita ha sottolineato che il regno nordafricano è ben disposto di discutere sull’autonomia ma non accetterà mai un referendum sull’indipendenza.
Il mandato della Missione dell’ONU (MINURSO) per organizzare il referendum scade fra poco – è stato rinnovato per soli sei mesi nel novembre scorso dal Consiglio di Sicurezza del Palazzo di Vetro – e certamente un’ulteriore proroga sarà concessa solamente per un altro semestre, per l’opposizione degli Stati Uniti. MINURSO garantisce anche il cessate il fuoco nell’area dal 1991.
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