Bissau, 15 marzo 2019
La polizia della Guinea Bissau ha intercettato all’uscita nord della capitale un camion frigorifero che trasportava ottocento chilogrammi di cocaina, nascosta in diversi contenitori all’interno del mezzo, immatricolato in Senegal. Secondo le forze dell’ordine, sarebbe la più grande confisca di stupefacenti degli ultimi dodici anni nel Paese. La merce era destinata al Mali, nella zona di Gao, dove a tutt’oggi sono ancora presenti e attivi gruppi terroristi jihadisti, che si occupano di traffici illeciti di esseri umani, armi, droga e altro.
Quattro gli arresti effettuati finora. Si tratta di un guineense, un senegalese e due nigerini, tra loro Mohamed Sidy Ahmed, consigliere speciale del presidente dell’Assemblea nazionale, Ousseini Tinni.
Il senegalese fermato è l’autista del mezzo. Attualmente sono ancora ricercati altri due maliani e un ufficiale delle Forze armate della Guinea Bissau.
La droga è stata inviata nel Paese poche ora prima delle elezioni legislative, che si sono svolte domenica scorsa; una tattica usata spesso, perchè polizia, le Forze dell’ordine tutte, in momenti del genere sono impegnati con altri compiti. Ma stavolta erano in stato di massima allerta, perchè già a novembre gli agenti locali sono stati avvisati dall’Interpol.
Dopo l’arresto nel 2013 di José Américo Bubo Na Tchuto, ex comandante della Marina militare della Guinea Bissau, il traffico è notevolmente diminuito, ma continua ad essere una delle maggiori attività nel Paese. Dal 1980 la Guinea Bissau ha subito nove colpi di Stato o tentativi di golpe e i narcotrafficanti hanno sempre saputo approfittare del caos politico.
Generalmente la merce, proveniente dall’America meridionale, viene smistata per il mercato europeo sulle isole Bijagos, un gruppo di ottantotto isole lungo la costa africana al largo della Guinea Bissau, classificate dall’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, come patrimonio dell’umanità per il loro particolare ecosistema.
L’ex colonia portoghese conta poco più di 1.8 milioni di abitanti, ma è considerato tra i venti Paesi più poveri al mondo. La maggior parte della popolazione vive con meno di tre dollari al giorno. La sua economia è basata per lo più sull’agricoltura. Le sue risorse minerarie (petrolio, bauxite e fosfati) non sono sfruttate a causa della mancanza di infrastrutture e di mezzi finanziari; gli investitori stranieri attendono una maggiore stabilità politica, prima di impiegare denaro in progetti di sviluppo..
Le ultime libere elezioni, nel 2014, hanno fatto affluire nuovamente nell’ex colonia portoghese gli aiuti internazionali che erano stati congelati dopo l’ultimo colpo di Stato del 2012.
La lotta contro i narcotrafficanti era in una fase di stallo dallo scorso aprile, dopo la designazione di un Consensu government. Con le ultime elezioni legislative il Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde, (Paigc) la formazione politica al potere, ha vinto la tornata elettorale del 10 marzo scorso ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta. La partecipazione al voto è stata dell’ottantadue per cento.
I Paigc si è aggiudicato quarantasette seggi al Parlamento su centodue. Il presidente José Mário Vaz, eletto nel 2014, sarà dunque costretto a formare un governo di coalizione.
Africa ExPress
@africexp
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