Franco Nofori
Torino, 15 marzo 2019
Accolto con gli onori di rito, dal suo omologo Uhuru Kenyatta, il presidente francese Emmanuel Macron è sbarcato mercoledì scorso all’aeroporto internazionale Jomo Kenyatta di Nairobi, segnando così un precedente, che vede per la prima volta, nella storia dei due Paesi, un presidente francese fare visita al Kenya. “Sono estremamente felice – ha detto Uhuru Kenyatta – di ospitare il mio amico nella sua storica visita in Kenya. Francia e Kenya intrattengono cordiali relazioni che hanno consentito al nostro Paese, sostanziali sviluppi in vari settori a beneficio del nostro popolo”.
Emmanuel Macron è stato ricevuto con un pomposo cerimoniale alla State House della capitale, dove ha passato in rassegna la guardia d’onore e si è poi trattenuto nei colloqui previsti con le autorità keniane. Il suo arrivo a Nairobi sembra essere parte della strategia dell’Eliseo per controbilanciare l’espansione cinese in Africa. Il Kenya è infatti l’ultima tappa del suo viaggio di quattro giorni nel continente, che ha già toccato Gibuti ed Etiopia, ma è probabile che presto accetterà anche l’invito del Presidente Kagame in Ruanda, dove la Francia deve riscattarsi da pesanti ombre che hanno caratterizzato il suo discusso atteggiamento, durante le stragi etniche del 1994 che in soli tre mesi hanno provocato quasi un milione di vittime.
Gli argomenti in discussione tra Macron e le autorità keniane, comprendono l’intento di rafforzare l’influenza francese nell’ex colonia britannica e in tutta l’area dell’Africa orientale, con particolare riferimento ad alcuni progetti, tra cui quello energetico per la stazione ferroviaria della capitale; un programma di assistenza per lo sviluppo della sanità pubblica e vari altri interventi a favore di settori sensibili, quali: la lotta al terrorismo e il supporto a un programma di edilizia popolare. Nel giorno successivo al suo arrivo, Emmanuel Macron, ha anche partecipato al summit internazionale sull’inquinamento atmosferico che si è tenuto a Nairobi e ha rivelato i suoi preoccupanti effetti sulla salute mondiale.
Partito la sera dello scorso lunedì da Parigi, il presidente Francese ha fatto la sua prima tappa a Gibuti cui e seguita una breve visita in Etiopia, per concludersi poi in Kenya e quindi fare rientro in patria venerdì. La scelta dell’Africa Orientale, quale obiettivo del suo viaggio, sembra voler esprimere l’interesse dell’Eliseo nei confronti di una zona geografica che è sempre stata piuttosto fuori dalla sua influenza geopolitica, ma che ha invece favorito quello che viene ormai definito da più parti, come l’inarrestabile “neocolonialismo cinese”.
A Gibuti – unico tra i tre paesi visitati che, fino al 1977 era un’ex colonia francese – Macron, ha incontrato il presidente Ismail Omar Guelleh, per valutare un maggior supporto sul piano militare che già conta una forza di 1.450 uomini. E’ evidente l’intento di creare un più efficace equilibrio, nei confronti della Cina che, a Gibuti, ha già una base militare ed è impegnata in un massiccio piano d’infrastrutture. Il piccolo stato che si affaccia sul Mar Rosso, ha un’invidiabile posizione strategica, anche per la sua vicinanza al canale di Suez che controlla l’intero traffico commerciale dall’Europa verso il continente africano.
In Etiopia, Macron, si è intrattenuto con il primo ministro Abiy Ahmed Ali, al quale ha promesso un sostegno finanziario, per il recupero delle storiche chiese di Lalibela, del 13° secolo, oggi soggette a una costante erosione e che dal 1978 sono state riconosciute dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Ha poi brevemente incontrato, anche il primo presidente donna dell’Etiopia, Sahle-Work Zewde, recentemente eletta all’alta carica e ha infine fatto visita alla sede dell’Unione Africana a Mogadiscio. Parigi, vanta già la posizione di terzo partner commerciale, dell’ex colonia italiana, ma, tuttavia, sempre in subordine alla dilagante presenza cinese.
Franco Nofori
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