Kampala, 3 marzo 2019
Recentemente il governo ugandese ha espulso per spionaggio quattro dirigenti stranieri della Mobile Telephone Networks, multinazionale sudafricana di telefonia mobile che opera in diversi stati africani e del Medio Oriente.
L’ultimo ad aver ricevuto il decreto di espulsione dal ministro degli Interni, Get Jeje Odong, è il direttore generale della filiale Kampala, Wim Van Helleputte, malgrado avesse doppia nazionalità. Infatti oltre a quella belga, ha acquisito quella ugandese grazie al matrimonio con Babara Adoso, manager del turismo.
Tra i quattro dirigenti della società telefonica presi di mira dal governo di Kampala, c’è anche l’italiana Elsa Mussolini. “La decisione è stata presa per questioni si sicurezza nazionale”, ha fatto sapere Fred Enanga, un portavoce della polizia.
La società di telefonia è anche accusata di aver evaso le tasse, di non aver denunciato regolarmente i profitti e il presidente ugandese stesso, Yoweri Museveni, ha fatto sapere già a novembre che secondo lui, buona parte dei guadagni sarebbero stati portati fuori dal Paese. In seguito Museveni ha incontrato Rob Shuter, amministratore delegato di MTN, a margine del World Economic Forum a Davos, in Svizzera, ma non sono trapelati dettagli della loro conversazione.
Sta di fatto che ora i quattro dirigenti di MTN sono accusati di alto spionaggio. Il portavoce del governo, Ofwono Opondo ha spiegato che avrebbero creato un punto d’accesso al sistema dati che avrebbe fatto sì che una persona esterna, non del governo, potesse ascoltare telefonate. “Dunque – ha aggiunto Opondo – è possibile che abbiano messo in pericolo il sistema di sicurezza ugandese”.
Media locali hanno fatto sapere che, secondo alcune fonti dell’intelligence ugandese, i telefoni di Van Helleputte sarebbero statti messi sotto controllo subito dopo l’espulsione dei primi tre dirigenti. Gli 007 di Kampala hanno così avuto modo di scoprire che il direttore generale sarebbe rimasto in costante contatto telefonico con i suoi tre collaboratori rimpatriati. Inoltre gli agenti della sicurezza interna (ISO) avrebbero trovato registrazioni telefoniche di ministri ed alti funzionari del governo nel centro dati di MTN a Mutundwe. E, pochi giorni prima della sua deportazione, sempre secondo i servizi ugandesi, Van Helleputte si sarebbe recato a Dubai, dove avrebbe incontrato la Mussolini e Olivier Prentout, altro dirigente espulso.
Il governo ugandese ha precisato che con le misure messe in atto non ha voluto colpire la compagnia telefonica, ma solamente alcuni dirigenti che hanno approfittato della loro posizione per danneggiare l’economia e la sicurezza del Paese.
In questi ultimi giorni le tensioni tra Uganda e il vicino Ruanda si sono intensificate proprio dopo l’espatrio forzato dei dirigenti di MTN, perchè tra loro figura anche una cittadina ruandese, Annie Bilenge Tabura. I due governi si accusano da anni di reciproco spionaggio.
Alla fine di febbraio Kampala ha criticato Kigali per aver chiuso le frontiere in violazione delle regole della East African Community, presieduta dall’inizio dell’anno da Paul Kagame. Il governo ruandese ha smentito immediatamente, imputando le attuali difficoltà a lavori di manutenzione in corso sulle strade che collegano i due Paesi, ma contemporaneamente ha consigliato ai suoi cittadini di non recarsi nella vicina Uganda.
Olivier Nduhungirehe, segretario di Stato presso il ministero degli Esteri di Kigali, ha sottolineato che una quarantina di ruandesi sarebbero attualmente detenuti dai servizi ugandesi, altri ottocento concittadini sarebbero stati espulsi o sarebbero stati bloccati alla frontiera e sarebbe stata loro negata l’autorizzazione ad entrare in Uganda. Ovviamente il portavoce Opondo ha precisato che nel suo Paese nessun ruandese viene perseguitato.
Africa ExPress
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