Sandro Pintus
Firenze, 15 febbraio 2019
Nell’ex colonia britannica, trentacinque cuccioli di elefante sono stati portati via alle madri per essere trasportati in zoo privati e parchi-safari cinesi.
La notizia, pubblicata dal Times sta facendo il giro del mondo non solo per la crudeltà verso i pachidermi ma anche per la brutalità del sistema utilizzato per isolare i piccoli dalle madri.
Per rapire i cuccioli, usano gli elicotteri che, con voli radenti spaventano i pachidermi. La mandrie, terrorizzate, si disperdono e alle madri che non vogliono separarsi dai cuccioli viene sparata una siringa di narcotico per fermarle, quindi i baby elefanti atterriti sono immobilizzati e caricati sui camion.
Secondo il quotidiano britannico questa terribile tecnica utilizzata dagli elicotteri viene effettuata più volte e serve a “disorientarli, sfinirli e sottometterli”, prima di affrontare uno stressante volo di 11 mila km per arrivare in Cina.
Tutto questo succede nel Hwange National Park (ex Wankie Game Reserve), la più grande riserva dello Zimbabwe (14 mila kmq), nel Matabeleland, estremo ovest del Paese. In quel parco nazionale il dentista americano Walter Palmer, nel 2015, uccise Cecil, il vecchio leone dalla criniera nera e simbolo del parco per farne un trofeo pagato 55 mila dollari. È lì, dove mandrie di elefanti vivono libere in “area protetta”.
Secondo le autorità dello Zimbabwe l’esporazione degli elefanti è utile per controllare le sovrappopolazione dei pachidermi e per pagare l’enorme debito del Paese africano. Gli ambientalisti protestano – e non solo loro – e si chiedono perché i cuccioli? I piccoli, almeno fino all’età di cinque anni dipendono biologicamente ed emotivamente completamente dalle mamme.
Forse non tutti sanno che gli elefanti soffrono come gli esseri umani. Lo disse Daphne Sheldrick, fondatrice a Nairobi, in Kenya, del David Sheldrick Wildlife Trust, il centro dove si curano gli elefantini orfani.
“Le emozioni degli elefanti sono esattamente uguali alle nostre. Se perdono le loro famiglie sono pieni di aggressività, distrutti, affranti e in lutto. – ha raccontato Daphne Sheldrick al National Geographic nel 2011 -. A causa di tutto ciò che hanno passato hanno incubi e soffrono di insonnia”.
Sandro Pintus
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Twitter: @sand_pin
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