CAMERUN

Violazioni dei diritti umani in Camerun: il Pentagono taglia gli aiuti militari

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 8 febbraio 2019

L’ambasciatore degli Stati Uniti accreditato a Yaoundé, Peter Henry Barlerin, ha fatto sapere mercoledì scorso che Washington avrebbe ridotto gli aiuti militari in Camerun per gravi violazioni dei diritti umani commessi dalle forze dell’ordine del Paese.

Washingron esige che venga aperta immediatamente un’inchiesta. I responsabili di questi delitti devono rispondere dei loro atti e devono essere processati. Già la scorsa primavera Barlerin era stato convocato dal ministero degli Esteri di Yaoundé, per aver pubblicato una dichiarazione, nella quale denuciava, tra l’altro, abusi e violenze nelle zone anglofone del Paese africano.

Gli aiuti militari annullati riguardano un corso di formazione e la fornitura di pezzi di ricambio degli aerei di trasporto militare americani C-130, in dotazione alla flotta camerunense.

Inoltre sarà bloccata la fornitura di quattro natanti per il pattugliamento, nove mezzi blindati e un sistema radar. Il Pentagono e il Dipartimento di Stato hanno altresì ritirato l’offerta fatta precedentemente alle forze armate di Yaoundè di partecipare ad un corso di addestramento.

Addestramento di truppe camerunensi

Pochi giorni fa quindici Organizzazioni non governative hanno chiesto all’ONU di aprire un’inchiesta per eventuali violazioni dei diritti umani nelle due regioni anglofone del Paese (Nord-ovest e Sud-ovest).

L’ambasciatore statunitense ha sottolineato che malgrado le decisioni prese da Washington, i rapporti tra i due Stati non si sarebbero incrinati.

La Francia, invece, non ha seguito l’esempio degli USA. Parigi continua a sostenere il governo di Biya e le sue forze armate. La portavoce del Quai d’Orsay, Agnes von der Muhll, ha confermato che il suo governo avrebbe sottoscritto accordi di partenariato di difesa, conformi agli standard internazionali. “E in base ai diritti umani e le leggi sui conflitti armati, tale cooperazione è anche volta ad aiutare le forze dell’ordine  del Camerun per combattere il terrorismo, in particolare i Boko Haram, e proteggere la popolazione. Dunque questa cooperazione non sarà interrotta”, ha specificato.

La crisi nelle zone anglofone è iniziata nel novembre del 2016, quando il presidente Paul Biya – che è stato rieletto lo scorso ottobre – aveva proclamato di voler spostare gli insegnanti francofoni nelle scuole anglofone. Ma, secondo un accordo sull’educazione scolastica del 1998, i due sotto-sistemi, quello anglofono e quello francofono, sarebbero dovuti restare indipendenti e autonomi.

Crisi nelle zone anglofone del Camerun

Le due regioni anglofone chiedono da anni la secessione che il governo, ovviamente, non ha mai concesso. In risposta alla crisi, Yaoundé ha inviato truppe nelle regioni anglofone, rafforzando le guarnigioni. Nel rapporto di giugno, Amnesty International accusa i militari camerunensi di violazioni dei diritti umani, come esecuzioni extragiudiziali, omicidi illegali,  distruzione di beni, arresti arbitrari e atti di tortura. Ovviamente il Camerun ha respinto tutte le accuse, definendo gli addebiti come “bugie grossolane”.

In passato le forze armate degli USA e del Camerun hanno collaborato per arginare i sanguinosi attacchi di Boko Haram, ma dopo le prove fornite da Amnesty, Washington sta prendendo le distanze finchè non sarà fatta chiarezza.

Sia l’inchiesta di giugno, che quella di settembre, la ONG con sede a Londra accusa anche i separatisti di violenze e violazioni dei diritti umani.

Nel frattempo gli scontri tra le forze armate e i separatisti continuano. Due giorni fa a Buéa, capoluogo della regione anglodona del Sud-ovest è morta almeno una persona, e, in particolare nel quartiere di Molyko, dove abitano molti studenti, sarebbero state incendiate parecchie macchine. Un testimone oculare ha detto che molte persone sarebbero state arrestate e condotte al commissariato per essere interrogate. Il giorno precedente i separatisti avrebbero anche incendiato un liceo a Babadjou, in zona francofona, ma confinante con quella anglofona.

Secondo l’ONU, dall’inizio della grave crisi, quattrocentotrentasettemila persone sono scappate a causa del conflitto in altre regioni del Paese, mentre trentasettemila avrebbero cercato protezione nella vicina Nigeria.

ll Camerun ha dieci Regioni autonome, otto delle quali sono francofone. Solamente in due si parla l’inglese. All’inizio del ‘900 il Paese era una colonia tedesca. Dopo la prima guerra mondiale nel 1919, è stata divisa tra i francesi e gli inglesi, secondo il mandato della Lega delle Nazioni. La parte francese era molto più ampia e aveva come capitale Yaoundé, mentre quella inglese era stata annessa alla Nigeria, si estendeva fino al Lago Ciad e aveva per capitale Lagos. Gli inglesi erano poco presenti in questa regione, perché la loro attenzione era concentrata sui territori dell’attuale Nigeria.

Con l’indipendenza, ottenuta nel 1961, le due porzioni, inglese e francese sono state riunite per formare un unico Stato, l’attuale Camerun, ma finora le parti hanno sempre mantenuto un alto grado di autonomia. Molti cittadini anglofoni si sentono emarginati e poco rappresentati e per questo motivo da anni gli oppositori chiedono la secessione, ma il governo centrale ha sempre sminuito il problema e non ha mai aperto un dialogo concreto con i cittadini anglofoni.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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